Frattini: tagli CO2 al 30% solo se c'è accordo globale
«La decisione dovrà essere vincolante per tutti, non solo per alcuni»
BRUXELLES - Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha ribadito, oggi a Bruxelles, la posizione dell'Italia per la Conferenza di Copenaghen sul clima, sottolineando che la decisione europea di ridurre le emissioni di gas serra del 20% al 2020 potrà essere corretta al rialzo, fino al 30%, solo a condizione che vi sia un accordo «globale e vincolante per tutti». La posizione ufficiale dell'Ue, non molto diversa, è che si passerà al 30% «a condizione che vi sia uno sforzo comparabile da parte degli altri paesi sviluppati».
«TUTTI SULLA STESSA BARCA» - «Se c'è un accordo globale si puo' passare al 30% (del taglio delle emissioni Ue,ndr), se no, no», ha detto Frattini ai cronisti arrivando alla riunione del Consiglio Affari generali e Relazioni esterne dell'Ue, a cui partecipa insieme al ministero per le Politiche comunitarie, Andrea Ronchi.
Secondo Frattini, «siamo tutti nella stessa barca, ed è ovvio che dobbiamo far sì che l'accordo sia ambizioso, globale vincolante per tutti. Non vogliamo una cosa che sia un accordo per alcuni, come Ue e Usa, e un suggerimento per altri», ha concluso il ministro.
«SFORZI COMPARABILI» - L'ipotesi di portare l'impegno Ue al 30% in base a una decisione politica a Copenaghen, senza attendere ulteriori «sforzi comparabili» oltre alle offerte già messe sul tavolo dai paesi sviluppati è sostenuta dalle organizzazioni ecologiste e dal commissario Ue all'Ambiente Stavros Dimas (ma non dal presidente della Commissione, José Manuel Barroso). La sostengono anche alcuni Stati membri: in particolare, secondo fonti diplomatiche, la Svezia, che esercita la presidenza di turno, l'Olanda e la Gran Bretagna (ma potrebbero essere favorevoli anche Danimarca, Germania, e Francia). I paesi che vi si oppongono con più evidenza sono l'Italia e la Polonia (ma con altri paesi dell'Est).
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