19 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Svolta nell'inchiesta sulla morte del giovane romano

Stefano Cucchi pestato in Tribunale: sei indagati

Non ci sono invece carabinieri sul registro degli indagati. Per l'Avvocato della famiglia è una svolta importante

ROMA - Svolta nell'inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi, il 31enne romano morto lo scorso 22 ottobre all'ospedale della capitale Sandro Pertini dopo essere stato arrestato per droga il 15 ottobre. I pm della Procura di Roma hanno iscritto nel registro degli indagati sei persone, tre medici del Pertini e tre poliziotti della Penitenziaria. Per i primi l'accusa è omicidio colposo, per gli altri omicidio preterintenzionale. Secondo i magistrati il giovane sarebbe stato picchiato in Tribunale, «nel corridoio delle celle di sicurezza, prima l'udienza», come ha spiegato il procuratore capo Giovanni Ferrara.

Non ci sono invece carabinieri sul registro degli indagati, che secondo piazzale Clodio «sono estranei alla vicenda». Le parole degli agenti penitenziari, che hanno accusato i militari, non hanno avuto quindi «peso probatorio». La ricostruzione dei fatti compiuta dagli inquirenti è stata fatta sulla base delle dichiarazioni del cosiddetto 'supertestimone', di quanto hanno spiegato i medici legali e di quanto è stato riscontrato sulle cartelle sanitarie di Cucchi: «Le accuse contro i carabinieri sono state fatte dagli agenti della penitenziaria, dopo che erano emersi una serie di elementi a loro carico», precisano fonti del Tribunale.

Per l'avvocato della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo, gli avvisi di garanzia a tre medici e tre agenti della polizia penitenziaria per la morte di Stefano Cucchi sono «una svolta importante, perché viene ricostruita una determinata situazione, dai contorni e contenuti allucinanti, e contestata a persone precise», sottolinea al telefono Fabio Anselmo, l'avvocato della famiglia Cucchi.

Per i magistrati Stefano Cucchi è stato quindi picchiato in Tribunale, tra il corridoio e la cella di sicurezza, prima dell'udienza di convalida del suo arresto. «Il giovane quasi certamente è stato scaraventato a terra e picchiato quando era senza difese». La dinamica dei fatti è stata fornita agli inquirenti dai consulenti medico legali, che hanno riesaminato quanto era stato verificato nel corso dell'autopsia. A questo si sono aggiunte le parole del 'supertestimone', un detenuto immigrato che in cella scambiò alcune battute con Cucchi dopo il pestaggio.

L'accusa di omicidio preterintenzionale è contestata agli agenti penitenziari Nicola Menichini, 40 anni, Corrado Santantonio, 50 anni e Antonio Dominici, 42 anni: secondo i pm in qualità di pubblici ufficiali hanno colpito Cucchi con «calci e pugni, dopo averlo fatto cadere» e hanno provocato lesioni poi sfociate nella morte il 22 ottobre. L'omicidio preterintenzionale è contestato, invece, al responsabile del reparto medicina protetta dell'ospedale Pertini Aldo Fierro, 60 anni, a Stefania Corbi, 42 anni e a Rosita Caponetti, 38 anni. Secondo i pubblici ministeri questi avrebbero «omesso le dovute cure».