24 aprile 2024
Aggiornato 07:00
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Verso nuovo rinvio nomine RAI, su tavolo del Cda il dossier Sky

Ancora una settimana per intesa FI-AN, oggi vertici in Vigilanza

ROMA - Chi mercoledì sperava di brindare alla prima infornata di primavera rimarrà probabilmente deluso: a viale Mazzini la stagione delle nomine pare non essere ancora arrivata e in queste ore prende sempre più quota l'ipotesi di un nuovo rinvio alla prossima settimana quando, ambienti di Viale Mazzini, giurano che arriverà la svolta. I tasselli più importanti rimangono Tg1 e Raiuno, ma pesano su questi i veti incrociati e la mancanza di un'intesa all'interno del Pdl, anche se ai piani alti si fa notare che alla composizione del puzzle «manca solo qualche dettaglio». Intanto, i vertici di Viale Mazzini, che oggi torneranno in Vigilanza (il presidente Garimberti e il dg Masi sono attesi alle 13.30 a San Macuto per il secondo atto della loro audizione) si preparano a giocare un'altra importante partita questa settimana, strategica per il futuro assetto Rai: quella che potrebbe portare il servizio pubblico ad abbandonare la piattaforma satellitare di Sky.

Giovedì sarà su questo che si concentreranno le riflessioni del Cda: al settimo piano, infatti, si aprirà l'istruttoria che porterà i vertici aziendali, coadiuvati da un gruppo di lavoro guidato dal dg, a «vagliare costi e benefici dell'operazione». Di certo, sono state accolte con un certo fastidio e hanno provocato «stupore» al settimo piano le indiscrezioni apparse su alcuni organi di stampa che, si fa notare in ambienti di viale Mazzini, «rappresentano una posizione parziale se non personale, e comunque non dell'azienda Rai». Polemiche a parte, il Cda comincerà a discutere del merito della trattativa giovedì: l'urgenza è data dal fatto che a luglio scadrà il contratto che lega viale Mazzini alla piattaforma di Murdoch che sborsa, per assicurarsi i programmi del bouquet Raisat, quasi 475 milioni di euro spalmati su sette anni. L'offerta Sky per il nuovo settennato non cambierebbe di molto: da qui le perplessità del vertice Rai, forte del successo di share assicurato a Murdoch e anche in vista del via, a giugno, della piattaforma Tivù Sat, messa in piedi insieme a Mediaset e Telecom.

Rinviato alla prossima settimana il nodo nomine. I problemi sono tutti interni al Pdl: An spinge affinchè l'attuale direttore del Tg2, Mauro Mazza, venga promosso alla rete ammiraglia. Peserebbe però il veto di Berlusconi nella sua corsa al Tg1, poltrona per la quale pare invece favorito Augusto Minzolini, inviato e notista politico della Stampa. Per Mazza si aprirebbero dunque le porte della guida di Raiuno, ma il cerchio non è ancora stato chiuso. Come in un mosaico dove tutto si tiene, la caduta di un tassello fa vacillare l'intero impianto: così si blocca ancora la nomina dei vice che affiancheranno Masi. Due hanno già la promozione in tasca: si tratta di Antonio Marano, direttore uscente di Raidue in quota Lega, e di Lorenza Lei. Ad affiancarli, potrebbero arrivare anche Giancarlo Leone (già vice dg con Cappon, avrebbe tra i suoi sostenitori Gianni Letta) e Gianfranco Comanducci, in quota Fi. Una moltiplicazione delle poltrone che non piacerebbe ai due 'titolari' Marano e Lei, nè ad An che, su quattro poltrone, resterebbe a bocca asciutta.