19 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Consigliera di Parità

Giornata delle Donne, un film per celebrare il ‘movimento’ in Italia

L’evento, promosso dalla Consigliera regionale di Parità Stella Ciarletta e dall’Ufficio provinciale in collaborazione con il Circolo del Cinema “Cesare Zavattini”, ha visto la presenza della giornalista reggina Adele Cambria

Con la proiezione del film «Vogliamo anche le Rose» è stata celebrata ieri sera a Reggio la ricorrenza dei cento anni della Giornata internazionale della Donna. L’evento, promosso dalla Consigliera regionale di Parità Stella Ciarletta e dall’Ufficio provinciale in collaborazione con il Circolo del Cinema «Cesare Zavattini», ha visto la presenza della giornalista reggina Adele Cambria.

Il film, che racconta la storia del movimento delle donne in Italia negli anni ’70 attraverso il montaggio creativo e dovizioso di documentari, filmati, spot, fotoromanzi, filmini di famiglia e musiche di quel periodo combinati con la lettura di tre diari di donne che sono state protagoniste di quegli anni, ha emozionato la sala stracolma di gente, che è rimasta anche senza posto a sedere, per ascoltare Adele Cambria.
Il dibattito è stato aperto da Tonino De Pace, presidente del Circolo «C. Zavattini», il quale ha sottolineato l’importanza del lavoro di rete con le istituzioni per creare momenti aggregativi di confronto e discussione sulla storia della società italiana. È intervenuta, poi, la consigliera Ciarletta che ha portato i saluti del vicepresidente della Giunta Domenico Cersosimo, assente per impegni istituzionali, e si è detta felice di aver organizzato un evento così importante nella propria città per celebrare in modo alternativo il centenario della Giornata internazionale della Donna. Ha preso la parola, quindi, Patrizia Malara, consigliera provinciale di Parità supplente, che ha portato i saluti della Consigliera effettiva, anche lei assente per i motivi istituzionali.

Adele Cambria, da parte sua, ha letto la propria recensione del film, pubblicata su L’Unità, e ha raccontato l’emozione di aver visto finalmente «il film che ha restituito la nostra memoria. Uno dei miei sogni non realizzati era proprio fare un musical brechtiano sulla storia del Governo Vecchio (sede romana occupata dalla Comune femminista in quel periodo) assieme a quello di fondare un giornale del Mezzogiorno in Calabria». Adele era a Campo dei Fiori l'8 marzo del '72, quando la polizia caricò brutalmente le donne dopo aver tentato di rimandarle a casa col paternalismo di sempre. Il film si chiude con la cronologia di questi sorprendenti quarant'anni di trasformazioni: il divorzio, l’aborto, il nuovo diritto di famiglia, la parità sul lavoro, la pillola legalizzata.

Come spiega la regista Alina Marazzi il film ha voluto ripercorrere la storia delle donne tra la metà degli anni ’60 e la fine degli anni ’70 per metterla in relazione, a partire dal «caso italiano», con il nostro presente globale, conflittuale e contraddittorio. Con l'intenzione di offrire uno spunto di riflessione su temi ancora oggi parzialmente irrisolti o addirittura platealmente rimessi in discussione. «Dove sono approdate oggi queste donne? Che tipo di coscienza - ha aggiunto Marazzi - hanno di sé, quali sono ancora i traguardi da raggiungere, i desideri da esaudire? Come vivono le loro relazioni affettive, l’amore, la maternità?
Di quanto esigeva il celebre slogan «Vogliamo il pane, ma anche le rose», con cui nel 1912 le operaie tessili marcarono con originalità la loro partecipazione a uno sciopero di settimane nel Massachusetts, forse il necessario, il pane, è oggi dato per acquisito. Ma le donne si sono battute per un mondo che desse spazio anche alla poesia delle rose. Ed è una battaglia più che mai attuale».