20 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Crisi Caucaso

Russia - Ue, non rinfacciate al Pd la linea di Berlusconi

Piero Fassino - Lettera a «Il Corriere della Sera»

Caro direttore, vorrei rassicurare Pier Ferdinando Casini e Filippo Andreatta, che sono intervenuti su queste colonne sabato 6: il Partito democratico non ha avuto e non ha timidezze sulla crisi georgiana.

E per fugare qualsiasi dubbio richiamo quanto ho sostenuto a nome del Pd: 1. l'intangibilità della sovranità della Georgia di cui l'Unione Europea deve farsi garante offrendo una forte partnership privilegiata;
2. il rifiuto delle dichiarazioni unilaterali di indipendenza di Ossezia del Sud e Abkhazia e il loro riconoscimento russo;
3. la richiesta di rigoroso rispetto dei 6 punti della mediazione europea, ivi compreso il ritorno delle forze armate russe alle postazioni originarie;
4. la promozione da parte di Osce e Ue di un percorso negoziale tra le parti che assicuri la piena sovranità degli Stati caucasici, riconosca entro i loro ordinamenti tutele e diritti alle minoranze russofone, definisca relazioni stabili tra Russia e nazioni del Caucaso;
5. il rafforzamento della strategia della Ue di cooperazione e vicinato con Mosca, non per una forma di acquiescenza, ma proprio per aiutare la Russia a non rinchiudersi in un'aggressiva autosufficienza e sollecitandola invece a una evoluzione democratica piena e all'adesione ai principi della legalità internazionale. Posizioni assolutamente analoghe a quelle sostenute e praticate dall'Ue.

Per questo ha anche senso la proposta — che ho avanzato — di una «seconda Helsinki» che ridisegni una nuova architettura di sicurezza entro cui ogni Stato sia sicuro nella sua sovranità, i diritti civili e di libertà siano rispettati, le minoranze si sentano tutelate, arsenali e armamenti siano progressivamente ridotti, ai conflitti si diano soluzioni consensuali.

Negli anni Settanta e Ottanta, l'Europa e l'America ebbero l'intelligenza e il coraggio di sottoscrivere con l'Unione Sovietica un patto per una sicurezza comune. Sarebbe sconcertante che avessero meno coraggio oggi, quando l'Urss e il suo impero non ci sono più, le nazioni dell'Est vivono libere e sicure nella Ue, la Nato si è allargata ai confini della Russia e la Russia — pur con contraddizioni evidenti — fonda la sua organizzazione economica, sociale e politica sull'economia di mercato e sulla democrazia rappresentativa.

Che poi su tutto questo Silvio Berlusconi cerchi di inserire il suo propagandismo guascone e i suoi opachi rapporti personali con Vladimir Putin è certo fastidioso. Ma non se ne può far carico al Pd, che nell'esercitare il suo ruolo di opposizione deve guardare prima di tutto al bene dell'Italia e dell'Europa.

Vorrei cogliere, infine, questa occasione per unire la voce mia e del Pd all'allarme per i sempre più frequenti episodi di intolleranza, violenza e persecuzione nei confronti dei cristiani in Paesi lontani.
Anche quei conflitti ci riguardano e abbiamo il dovere di non volgere lo sguardo altrove, battendoci invece perché ogni donna ed ogni uomo siano rispettati nelle loro convinzioni religiose e nella loro vita.
Ministro degli esteri del governo ombra del Pd