29 marzo 2024
Aggiornato 11:00
in accelerazione

Mug Studio, l'importanza di un business plan per una startup

Dimostrare di avere un bacino d'utenza, una vision molto precisa e un business plan attraente per gli investitori. L'area economica è quella più importante per una startup in fase di accelerazione

TORINO -  Un programma di accelerazione, lo dice la parola stessa, nasce per accelerare, per portare un progetto il più velocemente possibile, in modo consapevole e proficuo, sul mercato. Non un gioco da ragazzi: i ritmi sono serrati, molto spesso ci si trova a lavorare fino a tarda notte, con gli occhi incollati al computer e tazzine di caffè sparse sulla scrivania. Ma i sacrifici si fanno se, in cima alla salita, si prospetta la realizzazione di un sogno. Una corsa verso obiettivi chiari che, diciamolo, spesso si danno per scontati finché non ci si mette con le mani in pasta, su metriche, marketing e test con coloro che, il prodotto, lo dovranno usare per davvero. I risultati sono alla portata di tutti? Non sempre. Per scoprirlo abbiamo deciso di seguire le 5 startup selezionate da SocialFare | Centro per l’Innovazione Sociale che stanno attualmente seguendo il programma di accelerazione che li vedrà impegnati fino a inizio luglio. Ce la faranno a raggiungere i traguardi che si sono prefissati?

Affrontare un programma di accelerazione può voler dire, molto spesso, cambiare vita. E anche città. Un po’ come è accaduto ad Andrea Tommei e Andrea Cantore che da Parma, dove hanno lanciato la loro startup Mug Studio a novembre scorso, hanno dovuto fare i bagagli e trasferisti nella sabauda Torino. Dentro la valigia, oltre alle cose di primaria necessità, anche tanto impegno e voglia di farcela, elementi che non possono mancare nella fase di accelerazione di un progetto.

E così una nuova casa, un nuovo ufficio, nuove persone con cui confrontarsi. Un po’ come ripartire da zero: «Prima di essere selezionati dal programma di accelerazione di SocialFare lavoravamo da casa - ci racconta Andrea Tommei -. Eravamo disorganizzati e, malgrado avessimo le competenze che ci servivano, facevamo fatica a trovare dei compiti definiti da svolgere ogni singolo giorno. I ritmi erano discontinui e non sempre si riusciva ad arrivare a un punto». Il programma di accelerazione, in questo senso, li ha aiutati a essere più continuativi e organizzati nell’arco dell’intera giornata e nei momenti a seguire: «Venire tutti i giorni a Rinascimenti Sociali (dove si svolge il programma) ci permette di lavorare con ritmi molto più precisi - continua Andrea -. La maggior parte delle cose che abbiamo sviluppato le abbiamo fatte qui, durante il programma di accelerazione».

Oltre all’aspetto puramente tecnico (Andrea ci racconta che grazie al network è riuscito a parlare con esperti di mobilità i cui consigli sono fondamentali per la riuscita del servizio free floating), ciò su cui i ragazzi stanno lavorando con il team di accelerazione è l’area prettamente economica. «Quanto a business plan, prima del programma di accelerazione, eravamo praticamente al buio - continua Andrea -. Non avendo ancora un prototipo era difficile per noi individuare i dati giusti e costruire un vero e proprio piano economico. Su questo i ragazzi del team di accelerazione sono stati di grande aiuto. Grazie a loro abbiamo capito dove reperire i dati utili e come assemblarli nel migliore dei modi per lo sviluppo di un vero e proprio business plan. Dubito che da soli saremmo riusciti a individuare la strategia più corretta». E’ questa la principale sfida che i fondatori di Mug Studio dovranno affrontare e portare a termine prima della conclusione del programma, insieme alla stesura di una presentazione strutturata e un pitch definito e chiaro che possa risultare attraente per gli investitori che dovranno decidere di investire nel loro progetto. Stiamo parlando, infatti, della parte più importante per un progetto in fase di accelerazione, dove il team deve dimostrare di avere un bacino d'utenza e una vision molto precisa, definita e che possa quindi giustificare gli eventuali investimenti da parte di business angels e altri attori del mercato.

«Siamo felici di esserci trasferiti a Torino, è una bella città - ci raccontano i due ragazzi di Mug Studio -. Ora siamo full committed sul progetto e cercheremo di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati. E’ stato un cambiamento importante, ma molto positivo».