Così la Spagna vuole finanziare le pensioni tassando Google
Il ministero delle finanze sta già lavorando alla definizione di come sarà questa tassa digitale nazionale, con l'obiettivo di avere una proposta «il più presto possibile»

MADRID - Finanziare l’aumento delle pensioni attraverso una tassa imposta a Google e alle altre società tecnologiche. A schierarsi contro i colossi del web, al netto delle questioni che sta valutando l’UE in merito alla web tax, è il ministro spagnolo dell’economia Román Escolano: il suo obiettivo è introdurre una nuova tassa digitale sulle imprese tecnologiche che sia operativa già nel 2019.
La soluzione preferita per la Spagna sarebbe quella di concludere un patto nell'UE, ma «siamo anche pronti a progredire a livello nazionale», ha dichiarato Escolano al termine della riunione informale Ecofin di Sofia. Il ministero delle finanze sta già lavorando alla definizione di come sarà questa tassa digitale nazionale, con l'obiettivo di avere una proposta «il più presto possibile».
«L’idea è quella di presentarlo il prima possibile e di renderlo efficace nel 2019 e oltre». Il ministro spagnolo ha indicato che con questa cifra, per la quale spera di ottenere il massimo consenso politico, la Spagna si unirà al gruppo dei paesi europei che già dispongono di imposte in questo settore. L’aumento delle pensioni avrà un costo di 3,3 miliardi tra il 2018 e il 2019. Cifra che il governo spagnolo intende recuperare proprio attraverso questa nuova misura.
Nel frattempo, in Bulgaria, il piano della Commissione europea di tassare temporaneamente le multinazionali prima di avere una soluzione a lungo termine ha generato scetticismo tra alcuni paesi e all'interno dell'OCSE, l'organismo globale che stabilisce le regole fiscali. L'iniziativa della Commissione prevede un'imposta del 3% sul reddito digitale delle grandi multinazionali come Google, Facebook e Amazon, accusate di beneficiare di un sistema fiscale europeo obsoleto. Questi piani sono sostenuti da Spagna, Francia, Italia e Germania, che stanno perdendo il maggior numero di entrate dalle piattaforme digitali. Tuttavia, l'iniziativa è osteggiata da paesi piccoli come l'Irlanda, il Lussemburgo e Malta, che utilizzano pratiche fiscali aggressive per attrarre le multinazionali. Un rifiuto che rende impossibile l'approvazione della nuova tassa nell'Unione europea, perché le decisioni in materia fiscale richiedono l'accordo unanime dei 28 Stati membri. In particolare Malta, sta attuando un piano politico ed economico molto importante per attrarre le maggiori aziende mondiali legate alla tecnologia blockchain.
La misura di Escolano, quindi, è del tutto disconnessa da quella europea e il suo obiettivo è proprio quello di farla versare prima che l’UE stessa raggiunga l’intesa. Proprio oggi Escolano dovrebbe inviare a Bruxelles il piano di stabilità approvato dal Consiglio dei Ministri venerdì, che prevede una crescita annua prossima al 2,5% fino al 2021 e un avanzo dello 0,1% del PIL nel 2021. «Crediamo che il piano di stabilità sarà accolto con favore da un Paese che è all'avanguardia della crescita in Europa, che è forse l'economia che attualmente sta dando il maggior contributo alla crescita dell'UE, un Paese che sta creando posti di lavoro senza squilibri economici e che si è posto obiettivi ambiziosi per ridurre il deficit pubblico entro il 2021 e il debito pubblico al di sotto del 90%», ha difeso Escolano.
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