19 marzo 2024
Aggiornato 04:30
Industria 4.0

Confindustria, Boccia e la riforma da 250 miliardi in cinque anni

Il Piano di Confindustria prevede una crescita del 12% del Pil in soli 5 anni, oltre 1,8 milioni di occupati in più una riduzione di più di 20 punti nel rapporto tra debito pubblico e Pil e una crescita dell’export

Confindustria, Boccia e la riforma da 250 miliardi in cinque anni
Confindustria, Boccia e la riforma da 250 miliardi in cinque anni Foto: Shutterstock

VERONA - Ben 250 miliardi di risorse che potrebbero essere liberate in 5 anni, con la partecipazione dell’Europa, del settore pubblico e privato, a patto che non si smontino le riforme fatte fino a oggi. Il Piano di Confindustria, presentato oggi da Vincenzo Boccia, a conclusione delle Assise, prevede una crescita del 12% del Pil in soli 5 anni, oltre 1,8 milioni di occupati in più, una riduzione di più di 20 punti nel rapporto tra debito pubblico e Pil e una crescita dell’export.

Insomma, un piano titanico che, agli occhi di Confindustria, può funzionare solo se non si montano le riforme fatte fino a questo momento. Quelle del Governo Renzi, il Jobs Act e il Piano Industria 4.0, per cominciare. Già, perché il Piano Industria 4.0, alla fine - tra ritardi e critiche - poi ha funzionato. E i risultati si toccano con mano, sono tangibili. Del resto il pacchetto voluto dal MISE, ma nato su iniziativa parlamentare, si è focalizzato, prima di tutto, sui macchinari. Nell’ultimo trimestre del 2017 gli ordinativi di robot e di macchine utensili destinati al mercato italiano hanno fatto un balzo in avanti senza precedenti, raggiungendo un incremento dell’86,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’anno passato - in più - ha segnato un vero e proprio boom della manifattura, con l’Italia che ha registrato un indice di 59 punti e ogni risultato sopra i 50 punti sta a significare che l’economia si sta espandendo.

Come si realizzano tutti questi obiettivi? Per Boccia serve liberare 250 miliardi di euro, 93 dei quali liberati dall’Europa e 38 derivanti dal settore privato. Da una parte l’Europa può investire in infrastrutture e formazione, dall’altra il privato potrebbe investire in economia reale. Agendo sul bilancio pubblico, poi, si otterrebbero altri 120 miliardi di euro.

«Lavoro, crescita e riduzione del debito»: sono i tre obiettivi del piano a medio termine che Confindustria propone alle forze politiche per mettere al centro l’Italia, riassunti in un documento partorito al termine delle Assise. Vincenzo Boccia, ha sottolineato che il messaggio che Confindustria vuole lanciare alla politica è «passare dal resistere all’agire e recuperare il gusto della sfida». Boccia ha però chiarito che «non siamo contro qualcuno, per un progetto nell’interesse dell’Italia». Ha poi affermato che «in una stagione delicata come questa, le Assise rappresentano un grande momento di mobilitazione del sistema confindustriale. Dopo aver promosso la politica dei fattori – ha proseguito – siamo pronti a inaugurare la stagione delle mission puntando su tre obiettivi principali all’interno di un piano che sottoporremo a tutti i partiti».

Guardando alle prossime elezioni politiche, Boccia ha auspicato che «qualunque risultato uscirà dalle urne non si gettino al vento i progressi compiuti sull’economia reale e tornare indietro a un passato recente dominato da ansietà e paura». Secondo il numero uno di Confindustria «questo è il rischio principale da evitare». Le proposte avanzate in campagna elettorale «sono tutte degne di attenzione – ha affermato – ma dobbiamo fare i conti con le risorse e le coperture e, quindi, definire le priorità. Dovremmo tutti capire che è nostro interesse mettere al sicuro i conti pubblici e avviare una riduzione strutturale del debito prima che i tassi possano tornare a salire».