18 aprile 2024
Aggiornato 10:30
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Fintech, Satispay: «L'Europa ha creato un buon contesto. Non complichiamo le normative»

Alberto Dalmasso alla Commissione Finanze della Camera: «Dobbiamo fare in modo che gli italiani e gli eurpei ricevano i servizi finanziari da realtà basate in Italia»

Fintech, Satispay: «L'Europa ha creato un buon contesto. Non complichiamo le normative»
Fintech, Satispay: «L'Europa ha creato un buon contesto. Non complichiamo le normative» Foto: Shutterstock

ROMA - Continua con regolarità settimanale l’indagine conoscitiva alla Commissione delle Finanze della Camera dei deputati sull’impatto delle tecnologie nel mondo della finanza, promossa dal deputato del Pd Sebastiano Barbanti con l’obiettivo di poter arrivare presto a una legge che possa facilitare lo sviluppo di un ecosistema Fintech fertile anche qui in Italia. Ecosistema che, seppur in ritardo rispetto agli altri Paesi europei, si sta piano piano concretizzando. Il Fintech District che si erge sontuoso proprio a ridosso del Palazzo della Regione di Milano e inaugurato la scorsa settimana, ne è un esempio lampante. Istituzioni e Governo, finalmente, sono pronti ad avere un ruolo decisivo in questa partita

Satispay, un esempio da imitare
Dopo vari interventi, avvenuti nelle scorse settimane, è stata la volta di Alberto Dalmasso di Satispay, realtà italiana che è riuscita a raccogliere dal 2013 ben 27 milioni di euro di investimenti, stabilendo - di fatto - un record nel mondo delle startup innovative italiane. Grazie alla normativa europea pubblicata nel 2010 che ha fissato uno standard per le transazioni interbancarie (addebiti e bonifici), Satispay è riuscita a creare un’infrastruttura in grado di muovere il denaro dal conto corrente del pagatore a quello del beneficiario, senza l’intermediazione tipica del mondo del carte di credito. Al momento la app è stata scaricata 330mila volte, sono 175mila gli utenti attivi, con un aumento medio al giorno di 600 nuovi ingressi, e 19mila i negozi convenzionati, tra cui quelli di catene come Esselunga, Benetton, Grom, Venchi, Total Erg, Coop e Old Wild West.

Un contesto europeo tra i migliori
«Se Satispay esiste - ha detto Alberto Dalmasso -. Non è solo grazie all’innovazione tecnologia, ma soprattutto grazie alla normativa europea che ha creato uno dei contesti innovativi più all’avanguardia a livello mondiale dando l’opportunità a nuovi operatori di affacciarsi su questo mercato. Al netto dei luoghi comuni, l’Italia si trova in una situazione positiva, sia a livello di talenti che di investimenti che di contesto». Il nostro Paese è, infatti, il secondo al mondo per risparmio privato. Questo capitale, anche grazie alle detrazioni fiscali (il 30%, tra i più alti d'Europa) che il Governo è stato capace di mettere in atto negli investimenti in startup innovative, sta favorendo la crescita di un ecosistema fertile. In un Paese in cui fino a ieri si poteva fare impresa principalmente grazie agli investimenti bancari, oggi molte startup riescono a svilupparsi anche grazie agli investimenti privati.

Portare i nostri servizi all’estero
Quello che dobbiamo evitare, però, è che gli italiani vado a ricercare gli strumenti finanziari innovativi all’estero. «L’Europa è stata in grado di creare un contesto normativo importante - ha detto Dalmasso -. Chiedo a al Governo di non complicare ulteriormente le normative europee che sono state già scritte molto bene per creare un contesto competitivo e abbattere il costo delle transazioni che è la questione al centro del dibattito. Dobbiamo fare in modo che gli italiani ricevano i servizi finanziari da realtà basate in Italia, ma anche che i cittadini europei possano riceverli da quelle startup che hanno sede nel nostro Paese e nel nostro Paese assumono».

Demonetizzare?
Seppur 20 milioni di italiani utilizzano lo smartphone per effettuare disposizioni bancarie, ancora l’85% della popolazione paga in contanti, erodendo così le possibilità di azione per i nuovi operatori Fintech e riducendo all’osso le opportunità. Questione di cultura, principalmente. E di accettazione. Eppure ci sono stati Paesi che, attraverso un’azione forte del Governo, sono riusciti a ridurre drasticamente il contante. Il primo ministro indiano, lo scorso novembre, ha ordinato una vera e propria ‘demonetizzazione’ all’interno della nazione, tanto che l’86% del contante è stato praticamente rimosso dall’economia indiana. La mossa, adottata per combattere la corruzione, ha, inoltre, spinto l’India nel XXI secolo e fatto letteralmente esplodere PayTM il più grande processore di pagamento mobile in India che oggi conta oltre 200 milioni di utenti in India e oltre 7 milioni di transazioni al giorno. Forse per l’Italia, un’operazione del genere sarebbe troppo.

Incentivi all’abbandono del contante
Il passo, diciamolo, è anche culturale. In questo senso la strategia di Satispay di muoversi verso il canali della grande distribuzione come Esselunga e Coop, rappresenta anche un tentativo di ‘formare’ la popolazione all’uso dei mobile payments. Sempre più spesso, infatti, stiamo assistendo a una traslazione dei servizi digitali dal mondo online al mondo offline. La possibilità di applicare le innovazioni tecnologiche sul campo, in quelle pratiche che sono - di fatto - le abitudini dei consumatori, permette alle tecnologie stesse di diventare molto più mainstream e di estendersi su larga scala. «Introdurre questi metodi di pagamento all’interno dei supermercati facilità la comprensione di quello che è un pagamento digitale vero e proprio - ci racconta Andrea Allara responsabile Business Development di Satispay -. Sicuramente l’abbandono del contante dovrà essere favorito attraverso degli incentivi, come sconti o benefit nell’utilizzo dei pagamenti digitali. Uno ottimo strumento, in questo senso, è il ‘cash back’, sul quale molti esercenti stanno attualmente investendo».