19 aprile 2024
Aggiornato 05:00
i punti del programma

Rivoluzione PA, come lavorerà Diego Piacentini

Un programma solido che mira a semplificare il sistema della PA, dove lo smartphone diventa anche il primo strumento di comunicazione tra le parti chiamate in causa

ROMA - Con la vittoria del NO al referendum del 4 dicembre e che ha visto Matteo Renzi dare le sue dimissioni, in molti credevano che il team di Diego Piacentini, creato appositamente per digitalizzare il Paese, potesse andare in frantumi. Opzione che sarebbe costata assai per tutto l’intero ecosistema. L’ex numero uno di Amazon, tuttavia, ha tenuto a precisare che continuerà il suo impegno affinché «la digitalizzazione non sia più straordinaria, ma diventi la normalità nella PA».

Come lavorerà il team di Piacentini
Due anni per dare una strigliata a un Paese conservatore che stenta a considerare il cambiamento come l’unica possibilità di salvezza, restano pochi. Ma importanti per gettare le basi. Innanzitutto si parte dal team, competente, italiano - alcuni di loro hanno «fatto le valigie per ritornare dal Rhode Island, da Berlino, da New York, dalla Silicon Valley, da Zurigo; altri arrivano da ogni angolo dello stivale (Roma, Firenze, Milano, Trento, Brescia, Palermo, Padova); quasi tutti da società tecnologiche, startup e multinazionali e, con piacevole sorpresa, da aziende della Pubblica Amministrazione».

Sicurezza e pagamenti digitali
Il primo punto du cui il team si concentrerà è la sicurezza, creando una policy che spieghi a tutti coloro che identificano un problema di sicurezza come segnalarlo in modo adeguato, tutelando gli utenti coinvolti grazie a una pronta risoluzione. Ci si concentrerà sui dati dell’anagrafe, che saranno riuniti in un unico luogo, per semplificare le procedure di variazione e uniformarle a livello nazionale, perché sia possibile ottenere certificati senza più bisogno di recarsi allo sportello. Altro punto riguarda i metodi di pagamento digitali per pagare la PA: il team si impegnerà affinché sia possibile realizzare un sistema di pagamento digitale per tutti i servizi pubblici.

SPID
Molto dibattuto negli ultimi anni è stato il tema dello SPID ossia il Sistema Pubblico di Identità Digitale. Secondo ciò che spiega Piacentini, l’identità digitale deve essere «sicura, semplice da utilizzare e da ottenere, perché cittadini e imprese possano identificarsi con la Pubblica Amministrazione, accedendo ai servizi pubblici senza bisogno di portare con sé documenti di identità cartacei o compilare innumerevoli moduli online». Una volta ottenuto lo SPID si potrà utilizzare per autenticarsi su tutti i siti della PA, senza dover dover seguire procedure diverse e a volte complicate. Un solo account e una sola password per tutti i servizi.

Open Data e smartphone
Altri obiettivi sono rappresentati da un sistema di app capaci di far dialogare tutti i sistemi informatici della PA, in modo tale che i dati circolano liberamente. Tutte le app dovranno esporre interfacce comprensibili alle macchine (le famose API - Application Programming Interface) e lavorare in maniera integrata, collaborativa e sicura. Il tutto, ovviamente, in un’ottica di collaborazione e di software aperti e open data. Lo smartphone diventa poi lo strumento con cui la PA comunica con il cittadino. Una casa digitale accessibile dallo smartphone nella quale trovare avvisi anche quando siamo in mobilità, senza la necessità di lunghe e inutili code agli uffici, nella quale poter esprimere le nostre preferenze, aggiornare i nostri punti di contatto.

«Digitale e innovazione sono stati, sono e saranno naturali fattori di trasformazione delle dinamiche sociali, economiche e politiche e stanno radicalmente cambiando il volto del mondo che conoscevamo - ha concluso Piacentini -. Non ha più alcun senso continuare a discutere di leggi, decreti e regolamenti nazionali in relazione a questioni transnazionali che nascono e muoiono (peraltro alla velocità dei bit). In un contesto di questo genere vogliamo restituire al nostro Paese il ruolo che gli spetta nella comunità multistakeholder europea e internazionale che discute e stabilisce le regole della rete».