20 aprile 2024
Aggiornato 04:00
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Energia dall'acqua di salina, è Made in Italy il primo prototipo al mondo

Il gruppo di ricerca dell'Università di Palermo ha sviluppato il primo prototipo sperimentale per la produzione di energia elettrica dalle acque di saline e di mare sfruttando la tecnologia di elettrodialisi inversa

PALERMO - Produrre energia con l’acqua di mare, direttamente dalle saline trapanesi, in Sicilia. E’ questa la scommessa e il frutto di una ricerca condotta da un gruppo di studiosi del dipartimento di Ingegneria dell'Università di Palermo – i professori Giorgio Micale, Michele Ciofalo e Onofrio Scialdone, gli ingegneri Andrea Cipollina e Alessandro Tamburini. Una ricerca che ha avuto come obiettivo quello di produrre energia a basso costo e, soprattutto, a impatto ambientale praticamente pari allo zero. «Ci siamo sempre occupati di ricerca e tecnologie per la dissalazione dell’acqua di mare - ci racconta Giorgio Micale, docente di Teoria dello sviluppo dei processi chimici -. Con questo progetto abbiamo voluto effettuare un’operazione inversa e utilizzare le concentrazioni saline per produrre energia».

Il primo prototipo che converte l’acqua salata in energia
La ricerca ha, infatti, portato allo sviluppo del primo prototipo sperimentale per la produzione di energia elettrica dalle acque di saline e di mare sfruttando, appunto, la tecnologia di elettrodialisi inversa. L’energia che si ottiene è quella che in gergo tecnico viene chiamata «da gradienti salini». «Abbiamo voluto fare qualcosa che nessun altro aveva mai fatto - ci dice Giorgio -. Ottenere energia in condizioni estreme, quindi attraverso la miscelazione di due acque: quella di salina che ha una concentrazione di sale 10 volte superiore a quella di mare e acqua di mare» (quando fino ad ora si era proceduto sempre con una miscelazione di acqua di mare con acqua di fiume). Miscelando queste due soluzioni si genera un flusso di ioni che può essere catturato e sfruttato per produrre elettricità proprio attraverso l’elettrodialisi inversa. Il gruppo di ricerca è quindi riuscito a sviluppare il primo prototipo - installato in una salina di Marsala - in grado di produrre energia elettrica da salamoie di salina e acqua salmastra, producendo una potenza di quasi 1kW, quindi un terzo dell’energia necessaria per alimentare un appartamento. Un risultato mai ottenuto prima. «Siamo consapevoli di aver varcato una nuova frontiera dello sviluppo energetico - continua Giorgio -. Siamo fieri dei risultati ottenuti in soli 4 anni di ricerca».

Nuove membrane
La ricerca ha del rivoluzionario, soprattutto in un periodo di crisi energetica e soprattutto poichè la tecnologia sviluppata non produce alcun tipo di emissione atmosferica. Il prototipo, peraltro, ha consentito anche di sviluppare una nuova generazione di membrane per l’elettrodialisi inversa, messa a punto da Fuijfilm nell’ambito del progetto europeo Fp7 ReaPower.

Energia dal calore a bassa temperatura
Il gruppo di ricerca, tuttavia, intende proseguire per lo sfruttamento sempre più efficiente di queste nuove tecnologie, nell’ambito del progetto europeo H2020 Red-Heat-to-Power. L’obiettivo è quello di produrre energia elettrica convertendo il calore a bassa temperatura, sempre con l’utilizzo del prototipo sviluppato dall’Università di Palermo. «Il calore a bassa temperatura è quello che viene emesso dalle industrie, il cosiddetto calore di scarto - ci spiega Giorgio -. L’obiettivo è quello di convertirlo in energia sfruttando un motore termico a gradiente salino». Tra le vision future del gruppo, inoltre, c’è la possibilità di produrre energia elettrica  utilizzando ingredienti salini artificiali, sviluppando quindi un processo di elettrodialisi inversa a ciclo chiuso, senza sfruttare le acque di salina. Progetti ambiziosi, ma che rappresentano delle soluzioni altamente innovative per il nostro sistema e il nostro pianeta. Ma che, soprattutto, ci fanno capire come l’Italia sia un Paese su cui puntare, per le capacità delle nostre Università, dei nostri ricercatori e dei nostri imprenditori.