28 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Voto simbolico del Parlamento Ue mette in discussione il gigante di Mountain View

UE agli Usa: «Vi smantelliamo Google»

Secondo il Parlamento Ue, i motori di ricerca vanno separati dagli altri servizi commerciali, al fine di garantire la corretta concorrenza sul mercato digitale. Il voto espresso non è vincolante nè fa riferimento esplicito a Google, che resta però l'imputato principale e il più evidente. Intanto, gli Usa gridano a grave interferenza con il naturale sviluppo del libero mercato

STRASBURGO - Il parlamento europeo ha adottato a grande maggioranza una risoluzione importante quanto simbolica che invita allo smantellamento del gigante Usa del Web Google. Nella risoluzione si invita la «Commissione a mettere in campo delle proposte atte a separare i motori di ricerca dagli altri servizi commerciali». La risoluzione è stata adottato con 384 voti a favore, 174 contro e 56 astensioni. Il testo di intitola «Risoluzione per la difesa dei diritti dei consumatori nel mercato digitale» e, senza nominarlo, ha come obiettivo polemico Google.

GLI USA TREMANO«Vogliamo dare un segnale forte alla commissione Ue ma ci rivolgiamo anche a certe imprese americane, come Google, e, ovviamente, ai cittadini» ha detto l'eurodeputato socialista belga Marc Tarabella. Nei giorni scorsi gli Usa non avevano celato la loro «preoccupazone» nei confronti di tale iniziativa e il portavoce della missione americana presso la Ue aveva detto: «rispettiamo il processo che mira a stabilire regole di concorrenza nella Ue...ma è importante che l'individuazione dei problemi e dei possibili rimedi non sia politicizzata».

UE IN DIFESA DELLA CONCORRENZA DIGITALE - Tra Usa e Ue, dunque, muro contro muro: nonostante non sia risolutiva, la decisione presa dal Parlamento del Vecchio Continente potrebbe mettere in seria difficoltà tutte le aziende che abbiano acquisito una posizione dominante nel mercato unico digitale. E i rappresentanti a Bruxelles hanno votato a larga maggioranza, 384 favorevoli e 174 contrari (56 astenuti), per tentare di fare pressione sia su Google che sull'organo esecutivo della UE: «il mercato di ricerca online è particolarmente importante per garantire condizioni concorrenziali all'interno del mercato unico digitale», si legge nella dichiarazione finale, che invita esplicitamente la Commissione a «impedire qualsiasi abuso nella commercializzazione di servizi interconnessi da parte dei gestori dei motori di ricerca».

SI SEPARINO I MOTORI DI RICERCA DAL BUSINESS - Già nel novembre 2010, la Commissione Ue aveva aperto un'inchiesta relativa alla posizione dominante di Google. Al gigante americano del Web si rimproverava di privilegiare sulle proprie pagine i propri servizi specializzati a svantaggio dei motori di ricerca concorrenti. In altre parole, viene messo in discussione il cuore stesso del business di Google: il suo search è basato su algoritmi soggetti al segreto industriale, ma ciò cozza con l'auspicio del Parlamento affinché «l'indicizzazione, la valutazione, la presentazione e la classificazione effettuate dai motori di ricerca devono essere imparziali e trasparenti». Mancando tale trasparenza, e traendo Mountain View i propri profitti da altre attività legate al search, il Parlamento incita la Commissione «a prendere in considerazione proposte volte a separare i motori di ricerca da altri servizi commerciali». Lo scopo di questa separazione sarebbe quello di ristabilire equità nel trattamento riservato ai diversi siti e servizi indicizzati dal motore di ricerca.

MA GLI USA GRIDANO A INTERFERENZA CON IL LIBERO MERCATO - Eppure, secondo le associazioni dell'industria di settore d'Oltreoceano, tale idea sarebbe prettamente «politica» e, dunque, «molto preoccupante», poichè, proprio nel tentativo di regolare la concorrenza sul web, di fare costituirebbe una grave interferenza con la libera concorrenza sul mercato. Insomma, un vero e proprio scontro di visione, che potrebbe preludere a dei mesi di fuoco per il destino del search e del gigante di Mountain View.