19 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Libia e immigrazione

Immigrazione, Ap: «L'Italia tratta con milizie libiche implicate nella tratta di migranti»

Un accordo diretto tra le milizie libiche implicate nella tratta e nel traffico di migranti e il Governo italiano. E' questa, in parole povere, la tesi dell'inchiesta dell'Associated Press. Secondo cui in corso ci sarebbe solo una 'tregua', che potrebbe facilmente saltare

Operazione della Guardia Costiera libica
Operazione della Guardia Costiera libica Foto: ANSA/Zuhair Abusrewil ANSA

TRIPOLI - Un accordo diretto tra le milizie libiche implicate nella tratta e nel traffico di migranti e il Governo italiano. E' questa, in parole povere, la tesi dell'inchiesta dell'Associated Press, che getta discredito sull'operato del ministro dell'Interno Marco Minniti che, almeno per ora, sembra aver bloccato gli sbarchi. Un piano già criticato dal mondo dell'associazionismo per i forti dubbi in merito al rispetto dei diritti umani dei migranti, bloccati sul territorio libico in campi che qualcuno ha avvicinato ai lager nazisti. Ma quanto sostenuto dall'Associated Press è ancora più grave: perché fino ad ora si riteneva che il calo degli arrivi fosse frutto di una collaborazione del tutto «lecita» con la Guardia costiera libica, che pure in passato è stata essa stessa accusata di fare affari con i trafficanti di uomini.

La Farnesina smentisce
Quasi immediata è giunta la categorica smentita della Farnesina: «Il governo italiano non tratta con i trafficanti», è stata la replica. L’Ap ricorda come nel mese di agosto sia drasticamente diminuito il numero degli sbarchi sulle coste italiane: 2.936 rispetto ai 21.294 dell’agosto del 2016. Un risultato evidente non del tutto dovuto, sostiene l'agenzia, dal lavoro della Guardia Costiera libica, ma «in gran parte anche agli accordi fatti con le due più potenti milizie della città di Sabrata, nell’ovest della Libia, il più importante punto di partenza di migranti soprattutto africani». «Le milizie, una nota come ‘Al-Ammu’ e l’altra come ‘Brigata 48’, sono guidate da due fratelli della grande famiglia al-Dabashi» e, sempre secondo l’Ap, «almeno cinque funzionari della sicurezza e attivisti di Sabrata hanno detto che i miliziani sono noti per essere trafficanti di migranti». Una delle fonti ha addirittura definito i due fratelli come «i re del traffico» di migranti.

La collaborazione con le controverse milizie libiche
Secondo Bashir Ibrahim, portavoce di Al-Ammu, «un mese fa le due forze hanno raggiunto un accordo ‘verbale’ con il governo italiano e quello di Sarraj per combattere il traffico». Ibrahim ha spiegato ad Ap che la milizia Al-Ammu fa capo al ministero della Difesa del governo di Sarraj, mentre la Brigata 48 al ministero dell’Interno, circostanza tuttavia non confermata ufficialmente dal Governo libico. Ad ogni modo, sarebbe proprio «l’integrazione ufficiale delle due milizie nelle forze di sicurezza di Sarraj» a permettere all’Italia di «lavorare direttamente con queste forze perché non sarebbero più considerate milizie o trafficanti ma parte del Governo riconosciuto».

Lo stop degli sbarchi è solo una tregua
Così, secondo il racconto di Ibrahim, dopo che l'accordo con il Governo libico è stato siglato, le milizie avrebbero cominciato a impedire alle barche di migranti di lasciare le coste libiche vicino a Sabrata, ordinando direttamente ai trafficanti di bloccare il loro lavoro. In cambio, le milizie avrebbero ricevuto equipaggiamenti, navi e stipendi. Ibrahim ha definito la situazione attuale «una tregua» che dipende dal continuo sostegno alla milizia. Ma le parole di Ibrahim fanno capire che quella in corso è soltanto una tregua, che al momento regge proprio per il sostegno della brigata di al-Dabashi(come viene anche chiamata la milizia Al-Ammu). Qualora tale collaborazione si interrompesse, il traffico ricomincerebbe immediatamente.

Altre conferme
La tesi di Ibrahim è sostenuta anche dai funzionari della sicurezza e dagli attivisti di Sabrata intervistati dall’Ap, secondo cui «l’Italia ha stretto l’accordo direttamente con le milizie» e «i funzionari italiani hanno incontrato i leader delle milizie». Un'altra conferma è giunta all'Ap da Abdel-Salam Helal Mohammed, direttore generale del dipartimento del ministero dell’Interno libico per la lotta alla migrazione illegale: «Diverse settimane fa, gli italiani hanno incontrato alcuni membri della milizia Al-Ammu a Sabrata e hanno raggiunto un accordo per fermare i trafficanti», ha affermato.

Brigata 48, la rivelazione delle Reuters
Già pochi giorni prima che l'Ap pubblicasse la sua inchiesta, la Reuters aveva parlato di una milizia denominata «Brigata 48» e guidata da un boss mafioso che a Sabrata impedisce ai barconi carichi di migranti di prendere il mare. Sabrata è un hub fondamentale per il traffico di migranti, in quanto punto di imbarco privilegiato per i disperati che dalla Libia tentano di raggiungere l’Italia. Secondo la Reuters, la milizia, formata da «agenti, militari e civili», in cambio del suo lavoro riceverebbe finanziamenti direttamente dal governo di Tripoli guidato dal premier Fayez al Serraj.