Brexit, governo May al lavoro sulla Grande Legge per revocare la legislazione Ue
All'indomani della notifica dell'avvio del divorzio dall'Ue, il governo britannico pubblica oggi la 'Grande legge per la revoca' che sancirà la fine della supremazia europea su diversi temi
BRUXELLES - All'indomani della notifica dell'avvio del divorzio dall'Ue, il governo britannico pubblica oggi un «libro bianco» «Great Repeal Bill», la «Grande legge per la revoca» che sancirà la fine della «supremazia europea» su vaste aree legislative e in termini di giustizia. Una legge che servirà a convertire allo stesso tempo molte leggi europee in norme di diritto britannico, in modo da assicurare continuità giuridica, in particolare in campo economico.
L'opera
Un'opera che impegna da subito tutti i dicasteri e che secondo molti esperti interpellati dai media britannici non sarà facile mettere in campo, se non altro per la mole di lavoro che si prospetta: gli esperti ministeriali dovranno districarsi per far recedere e recepire qualcosa come 5.515 regolamenti e 899 direttive sfociate negli anni di membership britannica in 19.000 atti legislativi al momento in vigore.
La revoca della legge Ue
The Great Bill revocherà la legge sulle comunità europee del 1972, con cui il parlamento del Regno Unito ha adottato il diritto comunitario nel diritto nazionale.
Nessuna minaccia
Il negoziatore di Londra per la Brexit, David Davis, in un intervento alla radio della Bbc ha dichiarato che la lettera con cui Theresa May ha notificato all'Unione europea l'attivazione dell'articolo 50 del Trattato di Lisbona non voleva essere una minaccia di rititare la cooperazione con l'Ue nel settore della sicurezza, in caso di mancato accordo sull'uscita del Regno unito dall'Europa.
L'avvertimento di May
Nella lettera, May ha avvertito i leader europei che il mancato raggiungimento di un accordo globale sulla Brexit comporterebbe un indebolimento della cooperazione in materia di criminalità e sicurezza. Guy Verhofstadt, l'ex primo ministro belga che rappresenta il Parlamento Europeo in occasione dei negoziati, ha interpretato questo passaggio della lettera come una minaccia all'Europa. Davis ha detto di aver trascorso il pomeriggio al telefono con i ministri europei e dell'Ue. «Quello che il primo ministro stava dicendo era che se non ci sarà un accordo, e noi vogliamo un accordo, sarà un male per entrambe le parti», ha spiegato Davis. «Se non avremo un accordo, ciò che perderemo è l'attuale assetto in materia di giustizia e affari interni».
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