28 agosto 2025
Aggiornato 00:30
Appello nuovo portavoce Califfato: colpite interessi Ankara

Isis contro la Turchia: «Erdogan il peggior nemico dell'Islam»

Il portavoce dello Stato islamico ha definito Tayyp Recep Erdogan «il peggior nemico dell'Islam», e ha invitato i seguaci dell'Isis a colpire gli interessi dello Stato turco «su ogni terra e sotto ogni cielo»

ANKARA - Il presidente musulmano della Turchia, Recep Tayyip Erdogan «è il peggior nemico dell'Islam». Lo è almeno per il nuovo portavoce dello Stato Islamico (Isis) Abu Hassan al Muhajir, che ha lanciato in rete un appello per colpire gli interessi «militari, economici e di media» di Ankara, non solo in Turchia ma anche in tutto il mondo.

L'appello dell'Isis
Nel suo appello intitolato «Vi ricorderete di quel che dico» postato oggi in rete, il successore di al Adnani ucciso in uj raid Usa in Siria, sollecita i «Cavalieri» del califfato che combattono in al Bab, cittadina siriana nei pressi della frontiera turca nel mirino di un'offensiva dei ribelli siriani filo-turchi: «Umiliate i turchi e con loro anche i curdi, sacrificatevi per la difesa ferma della vostra religione» afferma il portavoce prima di aggiungere che «è arrivato il giorno della vendetta» riferendosi alla Turchia del presidente Recep Tayyip Erdogan contro vengono apostrofati insulti e minacce. Quindi l'appello a tutti «i monoteisti sinceri» di colpire gli interessi dello Stato turco «su ogni terra e sotto ogni cielo», in particolare «le ambasciate ed i consolati della Turchia in tutto il mondo». Per il portavoce di al Baghdadi, Erdogan «è il peggior nemico dell'Islam».

Il controverso rapporto di Erdogan con l'Isis
In passato, Erdogan è stato spesso sospettato di sostenere segretamente i jihadisti dell'Isis, sunniti come lui, al fine di abbatetere il regime alwaita (una costala dell'Islam sciita) del presidente siriano Bashar al Assad. Ma dopo il fallito golpe militare dello scorso luglio contro Erdoogan, la Turchia è sembrata prendere decisamente le distanze dal Califfato lanciando per la prima volta una campgna militare contro i jihadisti nel nord della Siria denominata «Scudo dell'Eufrate».