29 marzo 2024
Aggiornato 14:00
Dalle colonne della Stampa

Ora parla Putin: per l'Occidente la «minaccia russa» è un «affare redditizio», ma Mosca non attaccherà nessuno

Vladimir Putin, dalle colonne della Stampa, manda un messaggio chiaro all'Occidente, che accusa di alimentare l'isteria anti-russa per gonfiare gli stanziamenti del settore bellico

MOSCA - La vittoria di Donald Trump alla Casa Bianca forse è destinata a cambiare le cose, ma al momento la tensione tra l'Occidente e la Russia è ancora alle stelle. Lo dimostrano i timori espressi di recente dagli Stati baltici, che da sempre sventolano la minaccia russa, ancora più pessimisti dopo che alla presidenza degli Stati Uniti è stato eletto colui che ha più volte dichiarato di voler cambiare gli equilibri (economici e non solo) all'interno della Nato. Lo dimostra anche la recente risoluzione adottata dall'Europarlamento che ha denunciato la propaganda anti-europea che Mosca starebbe conducendo in Occidente a favore dei populisti; lo testimonia, inoltre, l'impegno preso dai leader europei a Berlino insieme a Barack Obama di rinnovare le sanzioni alla Russia, nonostante il nuovo Presidente americano, se le promesse elettorali saranno confermate, parrebbe intenzionato ad andare in tutt'altra direzione.

Il messaggio di Putin all'Europa
In questo quadro, il leader del Cremlino Vladimir Putin, dalle colonne della Stampa, si è rivolto agli europei e in particolare agli italiani, per mandare un messaggio di distensione, ma anche per fare il punto della situazione. Perché la Russia - afferma Putin - non vede nei suoi partner «l’intenzione di risolvere i veri problemi internazionali». «In alcune strutture, costituite durante la Guerra Fredda e chiaramente superate, come per esempio la Nato, nonostante tutte le parole spese sulla necessità di adeguarsi alla nuova realtà, non si registra nessun effettivo adattamento». Il presidente russo prosegue: «Invece sono in atto continui tentativi di trasformare un meccanismo cruciale per garantire la sicurezza comune europea e transatlantica come l’Osce, in uno strumento al servizio degli interessi di politica estera di qualcuno. Il risultato è che questo importante strumento ormai gira a vuoto», afferma il capo del Cremlino.

Il cliché delle minacce
Accuse circostanziate, e volte a far emergere «l'altra verità», quella della campana russa, raramente rappresentata dai media occidentali. Media che invece danno spesso voce a quelle che Mosca chiama «il cliché delle minacce», come la famigerata «minaccia militare russa». Minaccia che il Cremlino definisce «un affare redditizio», visto che grazie ad essa «si possono gonfiare gli stanziamenti per il settore bellico dei propri Paesi, piegare gli alleati agli interessi di una singola superpotenza, espandere la Nato, portare l’infrastruttura dell’alleanza, unità militari e nuovi armamenti vicino ai nostri confini».

La Russia non attaccherà nessuno
Putin lo afferma chiaramente: quelli che l'Occidente va sbandierando sono rischi inesistenti, perché «la Russia non ha nessuna intenzione di attaccare chicchessia. La sola Europa ha 300 milioni di abitanti. La somma della popolazione dei Paesi membri della Nato assieme agli Usa è di 600 milioni, probabilmente», ricorda il capo del Cremlino. «La Russia ha solo 146 milioni di abitanti», prosegue. E affonda: «E’ semplicemente ridicolo parlarne. E invece questa idea continua a essere sfruttata per fini politici particolari»

L'isteria russofoba delle presidenziali americane
E per il Presidente russo la più palese dimostrazione di questa «isteria» è rappresentata dalle supposte interferenze più volte denunciate da gli Usa da parte della Russia nelle elezioni presidenziali. «Gli Stati Uniti a quanto pare hanno molti problemi reali e urgenti: dall’enorme debito pubblico all’incremento di tragici casi di utilizzo delle armi da fuoco, agli interventi arbitrari commessi dalla polizia». Ma, prosegue Putin, «forse è più semplice, anziché ragionare sulle cause e ipotizzare soluzioni, distrarre l’attenzione della gente sui cosiddetti hacker, sulle spie, gli agenti e così via, mandati dalla Russia. Siamo onesti: davvero qualcuno pensa seriamente che la Russia possa in qualche modo influenzare le scelte del popolo americano? L’America è una grande potenza, non una specie di 'repubblica delle banane'», aggiunge.  

Il fallimento della guerra al terrorismo americana
Putin passa quindi in rassegna le responsabilità degli Stati Uniti nello scenario geopolitico odierno, in particolar modo mediorientale. «Noi tutti vediamo cosa succede in Afghanistan, Iraq, Libia e in tanti altri Paesi. Mi domando: dove sono i risultati della lotta contro il terrorismo e l’estremismo?». Il bilancio è impietoso: «la lotta al terrorismo non ha globalmente avuto successo e la minaccia continua a crescere». Si pensi, prosegue alla cosiddetta «primavera araba»: «Dove sono finite quelle coraggiose manifestazioni, oggi? Gli appelli della Russia per una lotta comune al terrorismo vengono ignorati. E per di più i gruppi terroristici continuano a essere armati, riforniti, sostenuti e addestrati nella speranza di poterli utilizzare ancora una volta per finalità politiche personali. Si tratta di un gioco molto pericoloso»

L'importanza delle Nazioni Unite
Per Putin, invece, le Nazioni Unite sono un'istituzione «senza uguali per rappresentatività e universalità, una piattaforma unica nel suo genere per un dialogo paritario». Per il Presidente russo, le loro regole universali sono necessarie a includere il numero maggiore possibile di Paesi nel processo di integrazione economica ed umanitaria, «a garantirne la responsabilità politica e a operare per coordinare le loro azioni, nel rispetto della loro sovranità e del loro modello di sviluppo»

Non aspiriamo al dominio globale
Il leader del Cremlino non lascia spazio a dubbi: Mosca è perfettamente rispettosa del valore della sovranità, che riconosce essere «il principio cardine dell’intero sistema di relazioni internazionali». «Ci sono molti Paesi che, come la Russia, possono contare su una storia millenaria e noi abbiamo imparato ad apprezzare le nostre identità, libertà e indipendenza. Ma non aspiriamo né al dominio globale, né all’espansione, né allo scontro con nessuno», puntualizza. E prosegue: «Nella nostra visione, la vera leadership non consiste nell’inventare minacce fittizie, sfruttandole per sottomettere gli altri, ma nell’individuare i veri problemi, collaborare per unire gli sforzi degli Stati per risolverli. Questo è esattamente il modo in cui la Russia concepisce oggi il suo ruolo nell’arena mondiale», conclude.