28 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Ma i jihadisti starebbero nuovamente circondando la città

Siria, da Palmira liberata Putin lancia la nuova fase della sua campagna

La storica città di Palmira è divenuta un simbolo del fondamentale ruolo russo nel combattere l'Is in Siria. Ecco perché è significativo che proprio lì Putin voglia posizionare una nuova base aerea

MOSCA - Il concerto dell'orchestra filarmonica dell'illustre teatro Marinski di San Pietroburgo ha celebrato in grande stile la liberazione dall'Isis di Palmira, città siriana patrimonio dell'Unesco e dalla storia millenaria. E la nazionalità dell'orchestra non deve stupire: perché la sconfitta dello Stato islamico in quella città tanto simbolica è stata ottenuta, lo scorso 27 marzo, proprio grazie al sostegno russo all'esercito governativo. In quel senso, quel concerto è divenuto l'emblema, oltre che della liberazione della città, del ruolo di Mosca nell'infliggere un duro colpo allo Stato islamico, dopo che l'impegno intermittente di Washington si è rivelato pressoché fallimentare. Così, ora proprio Palmira potrebbe diventare il luogo da cui Putin dispiegherà la nuova fase delle sue operazioni in Siria: l'idea sarebbe quella di localizzare, proprio lì, una seconda base aerea, dopo quella di Hmeymim a sud della città costiera di Latakia. 

Una nuova base aerea per Mosca
Addirittura, secondo l'opposizione siriana, i lavori sarebbero già in corso. Se la notizia fosse confermata, Mosca avrebbe a disposizione un nuovo avamposto strategicamente utile nella prospettiva di espandere le operazioni verso Raqqa, quartier generale e capitale siriana dello Stato islamico, e Deir ez-Zor. Secondo il  ribelle Syrian Revolution Coordinator group, lo stesso Assad avrebbe permesso a Mosca di aprire la sua seconda base militare proprio a Palmira, nel cuore del Paese, «sfidando il mondo intero». Un gesto che sancisce un'alleanza strategica e, a quanto pare, duratura, un'alleanza che ha scompaginato gli equilibri internazionali nel complesso scenario mediorientale. Il gruppo chiede quindi «alla Comunità internazionale di porre fine a questa occupazione che semina devastazione nella nostra nazione».

Palmira di nuovo circondata dall'Isis?
Eppure, proprio oggi alcuni media hanno diffuso la notizia di un nuovo accerchiamento, da parte dello Stato islamico, della città di Palmira, che potrebbe addirittura metterne in discussione la riconquista. Un duro colpo inflitto all'esercito siriano, a meno di una settimana dalle celebrazioni per la liberazione della città. Secondo quanto riferito dal direttore dell'Osservatorio siriano per i diritti umani (OSDH), l'Isis sarebbe riuscito martedì a tagliare la strada strategica che collega Homs a Palmira. Attualmente, il gruppo terroristico circonderebbe Palmira «da tutte le parti tranne il sud-ovest». Una situazione che potrebbe rendere necessario un nuovo intervento russo a fianco dell'esercito governativo per rimettere in sicurezza la città. 

Le fasi dell'intervento russo
Nei pressi di Palmira, i russi avrebbero già inviato sistemi anti-aerei e di artiglieria a difesa dell’avamposto che sorgerebbe sulle rovine dell’aeroporto dell’antica città. Oltre alla base aerea di Hmeymim (con circa 20 sortite al giorno), i russi gestiscono la struttura navale di Tartus, sulla costa mediterranea siriana. Ad ogni modo, la decisione - se confermata - di stanziare un'altra base aerea russa nel cuore della Siria è fortemente significativa dell'impegno di Mosca nel Paese e del ruolo conquistatosi nel definirne il futuro. Ed è soprattutto l'emblema della «terza fase» della campagna russa, inaugurata proprio dalla riconquista di Palmira. La prima fase ha visto l’impiego, quasi esclusivo, delle piattaforme aeree ad ala fissa a supporto della fanteria siriana. Nella seconda fase c'è stato il ritiro della componente fissa e il rischieramento di quella a rotore a sostegno delle operazioni in territorio nemico. Ottimizzati per le operazioni notturne, gli elicotteri d’attacco Havoc ed Alligator hanno svolto il ruolo di moltiplicatori di forza per i reparti combattenti. La terza fase, infine, potrebbe determinare l’inizio di nuove operazioni da una base in profondità nel deserto siriano, in vista delle offensiva per riprendere Deir ez-Zor e Raqqa. Sempre che prima non si renda necessario intervenire nuovamente nel territorio di Palmira per prevenire un nuovo avanzamento dell'Isis.