24 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Intanto, Tornado tedeschi in volo

Siria, il sì dei Sauditi alla soluzione politica. Ma gli ostacoli sono ancora tanti

Le monarchie del Golfo hanno dato il loro sostegno alla soluzione politica della crisi siriana nel quadro del processo diplomatico avviato a Vienna

DAMASCO - Le monarchie del Golfo hanno dato il loro sostegno alla «soluzione politica» della crisi siriana nel quadro del processo diplomatico avviato a Vienna. I sei Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo, riuniti a Riad (Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Qatar e Oman), hanno espresso il loro «sostegno a una soluzione politica, che garantisca l'integrità territoriale e l'indipendenza della Siria, conformemente ai principi della conferenza di Ginevra-1» del 2012, ha annunciato il segretario del Gruppo Abdellatif al-Zayani. Il Consiglio di cooperazione si «rallegra delle conclusioni della riunione di Vienna» che hanno rilanciato il processo internazionale per la risoluzione della crisi siriana.

Pronti i Tornado tedeschi
Due apparecchi da ricognizione «Tornado», insieme con un A400M con a bordo una quarantina di effettivi, sono decollati dalla base militare di Jagel in volo per la Turchia: lo ha annunciato l'Aeronautica Militare tedesca. Si tratta della prima frazione contingente tedesco nella lotta contro le milizie jihadiste dello Stato Islamico (Isis); a regime saranno sei i Tornado dispiegati nella base aerea turca di Incirlik, ai quali si aggiungerà un aereo cisterna A310Mrt, per rispondere alla richiesta di assistenza francese nella lotta contro l'Isis.

L'Isis avanza
Tuttavia, le milizie jihadiste dello Stato Islamico (Isis) hanno riconquistato due località occupate venti giorni fa dall'esercito siriano: lo hanno reso noto fonti delle organizzazioni siriane per la difesa dei diritti umani. Le unità siriane sono state costette a ritirarsi da Mahin e Hawarin, nella provincia di Homs, e i combattimenti stanno proseguendo sulle alture circostanti.

Tensioni
E sulla situazione siriana si ripercuotono anche le tensioni tra i principali attori nella regione: in primis Russia e Turchia.  Il premier turco Ahmet Davutoglu ha accusato la Russia di perseguire una campagna di "pulizia etnica" in Siria e di rafforzare le milizie jihadiste dello Stato Islamico (Isis).  «La Russia sta cercando di portare a termine una pulizia etnica nella provincia settentrionale di Latakia, per costringere alla fuga tutte le popolazioni turcomanne e sunnite che non hanno un buon rapporto con il regime siriano» ha accusato Davutoglu, parlando in un incontro con la stampa estera. Inoltre, le incursioni aeree russe in Siria stanno di fatto «rafforzando» l'Isis perché colpiscono le forze dell'opposizione moderata. Davutoglu si è però detto «pronto a lavorare» con la Russia per prevenire un nuovo incidente come quello che ha portato nel novembre scorso all'abbattimento di un caccia russo presso la frontiera con la Siria: senza un'appropriato coordinamento delle operazioni vi sarà sempre il rischio di un «incidente o di uno scontro non intenzionale».

(Con fonte Askanews)