19 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Terza mossa in tre giorni da parte della Banca centrale cinese

Cina, terza svalutazione consecutiva dello yuan

Terza svalutazione dello yuan da parte della Cina in tre giorni. La Banca centrale cinese ha abbassato di oltre l'1% il tasso di riferimento della moneta nazionale rispetto al dollaro

PECHINO (askanews) - Terza svalutazione dello yuan da parte della Cina in tre giorni. La Banca centrale cinese ha abbassato di oltre l'1% il tasso di riferimento della moneta nazionale rispetto al dollaro. Una forte riduzione, per il terzo giorno consecutivo, che accentua di fatto la svalutazione del renminbi.

Quota 6,4010 yuan per un dollaro
La Banca di Cina ha portato quindi a 6,4010 yuan per un dollaro, contro i 6,3306 yuan di ieri, il tasso-pivot intorno al quale la moneta nazionale può oscillare, in una forchetta quotidiana del 2% verso l'alto o verso il basso. Attualmente il regime dei cambi cinesi resta rigidamente amminiostrato con margini di fluttuazione del 2% in entrambe le direzioni rispetto al tasso di riferimento che viene comunicato quotidianamente.

Correzione una tantum
Martedì scorso la banca centrale cinese aveva annunciato una «correzione una tantum» di quasi il 2% rispetto al dollaro in coincidenza con il nuovo meccanismo. In precedenza la Cina basava il fixing valutario su un sonndaggio tra operatori di mercato, ma ora ha reso noto che prenderà in considerazione anche il fixing del giorno precedente, e la domanda e offerta delle principali valute. Dopo la mossa di martedì la banca Popolare della Cina ha ribassato altre due volte il suo tasso centrale: nel complesso la svalutazione totale registrata dallo yuan è la più alta dal 1994, quando venne istituito il suo moderno mercato dei cambi con una svalutazione del 33% in un colpo solo.

Regime rigidamente amministrato
Attualmente il regime dei cambi cinesi resta rigidamente amministrato con margini di fluttuazione del 2% in entrambe le direzioni rispetto al tasso di riferimento che viene comunicato quotidianamente. Martedì scorso la banca centrale cinese aveva annunciato una «correzione una tantum» di quasi il 2% rispetto al dollaro in coincidenza con il nuovo meccanismo. In precedenza la Cina basava il fixing valutario su un sonndaggio tra operatori di mercato, ma ora ha reso noto che prenderà in considerazione anche il fixing del giorno precedente, e la domanda e offerta delle principali valute. Dopo la mossa di martedì la banca Popolare della Cina ha ribassato altre due volte il suo tasso centrale: nel complesso la svalutazione totale registrata dallo yuan è la più alta dal 1994, quando venne istituito il suo moderno mercato dei cambi con una svalutazione del 33% in un colpo solo.