25 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Dopo il disastro del luglio 2014

Onu, veto della Russia sul disastro aereo dell'MH17 di Malaysia Airlines

La Russia ha messo il veto su una bozza di risoluzione che prevedeva l'apertura di un tribunale internazionale per stabilire le responsabilità del disastro aereo del volo MH17 di Malaysia Airlines, abbattuto il 17 luglio 2014 nell'est dell'Ucraina

NEW YORK (askanews) - La Russia ha messo il veto su una bozza di risoluzione che prevedeva l'apertura di un tribunale internazionale per stabilire le responsabilità del disastro aereo del volo MH17 di Malaysia Airlines, abbattuto il 17 luglio 2014 nell'est dell'Ucraina in cui sono morte 298 persone. Undici membri del Consiglio di sicurezza su 15 hanno invece votato in favore della proposta avanzata da Malaysia, Australia, Olanda, Belgio e Ucraina. Tre si sono astenuti: Cina, Angola e Venezuela. Ogni risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazione Unite necessita di 9 voti a favore per passare e di nessun veto da parte dei cinque membri permanenti, Cina, Russia, Stati Uniti, Regno Unito e Francia.

Chiarezza
Adesso il ministro degli esteri australiano, Julie Bishop, ha detto che i paesi che hanno proposto la risoluzione bocciata da Mosca cercheranno altre vie per far chiarezza sul caso. La metà dei passeggeri del volo erano olandesi, mentre 39 di cittadinanza australiana.

Le accuse ai filorussi
L'Ucraina e i paesi occidentali accusano i ribelli filorussi che avrebbero abbattuto il volo con missili di fabbricazione russe e fornito ai combattenti dal Cremlino. Ma Mosca da sempre smentisce di aver dato ai separatisti questo tipo di armi, i missili contraerei SA-11 Buk. Nel frattempo la Russia ha proposto una sua bozza che prevede un totale coinvolgimento dell'Onu nelle indagini, ma che non prevede la creazione di un tribunale.

Le indagini
Malaysia, Australia, Olanda, Belgio e Ucraina invece hanno condotto autonomamente indagini sul disastro aereo. Un rapporto finale dovrebbe essere pubblicato a ottobre dal governo olandese. Il 21 luglio del 2014, a pochi giorni dalla sciagura, il Consiglio di sicurezza aveva approvato all'unanimità una risoluzione in cui si chiedeva che i responsabili fossero giudicati e che tutti gli stati cooperassero nel chiarimento della vicenda.