18 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Per Silvio Berlusconi, palesa una totale mancanza di prospettiva

Il gran rifiuto dell'Occidente a Mosca: prova di forza o di debolezza?

Al Corriere della Sera, l'ex premier Silvio Berlusconi spiega le ragioni per cui l'assenza dell'Occidente al V-Day di Mosca costituirebbe non una prova di forza, ma di totale mancanza di prospettiva. Perché, a suo avviso, spingerebbe sempre di più la Russia verso l'Asia, incoraggiandola a dimenticarsi la sua vocazione europea. Tutto a nostro svantaggio.

MOSCA - L'assenza dell'Occidente a Mosca in occasione delle celebrazioni della vittoria sovietica sul nazifascismo ha fatto molto scalpore. La notizia della parata, orgogliosamente guidata da Vladimir Putin, ma bistrattata per un motivo e per l'altro (il principale rimane la crisi ucraina) dai Paesi europei e dagli Stati Uniti, ha fatto il giro del mondo, e ha finito per prevaricare la stessa memoria, che sarebbe dovuta essere protagonista indiscussa. Anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, che pure ha ammesso la «responsabilità storica della Germania», non è intervenuta alla parata: è giunta a Mosca il giorno successivo, pronta a rimproverare la Russia delle tante violazioni del cessate-il fuoco in Ucraina. Da parte sua, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha bistrattato la parata, ma è arrivato nella Capitale russa per deporre dei fiori sulla tomba del Milite Ignoto. Insomma, il Belpaese ha esibito una posizione, per così dire, di «medietà»: non assente, ma non del tutto presente.

Per Berlusconi, un'assenza ingiustificata
Ma è stato in particolare un italiano ad esprimere la sua disapprovazione in merito all'assenza, a suo avviso «ingiustificata» o perlomeno poco strategica, dell'Occidente al V-Day russo. L'ex premier Silvio Berlusconi, storicamente amico della Russia putiniana, ha infatti indirizzato una missiva al Corriere della Sera, in cui ha spiegato le ragioni per le quali, dal suo punto di vista, l'assenza dei leader europei e americani ha palesato tutta la debolezza, e non la forza, dell'Occidente di fianco a Putin.

Costringere la Russia ad isolarsi dall'Europa
Innanzitutto, la mancanza di rispetto: se anche quello di Stalin «era un regime criminale», ha scritto l'ex Presidente del Consiglio, sarebbe stato giusto celebrare il sangue versato dai soldati russi con una presenza convinta e univoca. Ma questo non è il motivo principale su cui si fonda la disapprovazione di Berlusconi rispetto alla linea tenuta dall'Ovest del mondo. L'ex Cav ha denunciato infatti un totale errore di prospettiva da parte dei leader assenti: «Davvero pensiamo, dopo decenni di guerra fredda, che sia una prospettiva strategica lucida quella di costringere la Russia ad isolarsi? Costringerla a scegliere l’Asia e non l’Europa? Crediamo che questo renderà il mondo un luogo più sicuro, più libero, più prospero?». Inutile dire che, per Berlusconi, la risposta è totalmente negativa.

Le due ragioni legittime della crisi ucraina
Neppure le questioni aperte che divaricano la Russia dall'Occidente, per Berlusconi, hanno il potere di giustificare la strategia prescelta da Europa e Usa. Perché la medesima crisi ucraina, per la quale Mosca si è buscata severe sanzioni «made in West», per l'ex premier andrebbe risolta con la Russia, e non certo con la sua esclusione. Anche perché, ad avviso dell'ex Cavaliere, in quella questione coesistono comunque due ragioni «altrettanto legittime, quelle del governo di Kiev e quelle della popolazione di lingua, cultura e sentimenti russi. Si tratta di trovare un compromesso sostenibile fra queste ragioni, con Mosca e non contro Mosca»

Il nodo sanzioni
Per non parlare, poi, dell'argomento più spinoso di tutti: quello delle sanzioni. Sanzioni che non hanno tanto provocato l'isolamento della Russia, benché certamente abbiano avuto pesanti ripercussioni sui suoi conti; piuttosto, quei provvedimenti sarebbero diventati un boomerang per le economie più delicate dell'Occidente: in primis, quella italiana. Non solo: per Berlusconi, le sanzioni hanno di fatto spinto la Russia sempre più verso Est, verso l'Asia, incoraggiandola ad abbandonare la sua identità europea che invece ci converrebbe ricordarle con sempre più vigore. A maggior ragione, di fronte alle due sfide che l'Occidente si trova ad affrontare, «quella economica delle potenze emergenti dell’Asia e quella politica e militare dell’integralismo islamico». Per non parlare poi, si aggiunga tra le righe, della mai sopita questione energetica.

Mancanza di prospettiva
Insomma: con il gran rifiuto di Obama, replicato dai vari leader europei, l'Occidente non avrebbe dimostrato la sua forza, ma la sua totale mancanza di prospettiva. Una prospettiva che, oggi più che mai, dovrebbe per Berlusconi definitivamente mettere fine a una «guerra fredda» mai del tutto estinta, e che, più che isolare la Russia dal resto del mondo, rischia di isolare l'Occidente dal resto del mondo. Perché l'immagine di quei leader che campeggiavano al fianco a Putin, rispettivamente i capi di India e Cina, orgogliosamente in prima linea in un'occasione tanto rappresentativa, dovrebbe forse aprirci gli occhi sulla direzione che stanno imboccando - nemmeno troppo lentamente - gli equilibri economici e geopolitici mondiali.