28 agosto 2025
Aggiornato 03:30
Ma il presidente ammette gli errori commessi con gli ebrei etiopi

Israele, continua la tensione con la comunità etiope

Il premier Benjamin Netanyahu incontrerà la comunità etiope di Israele, nel tentativo di attenuare le tensioni dopo gli incidenti provocati dalle accuse di brutalità e discriminazione rivolte alla polizia. Ma c'è allerta per nuova manifestazione vicino all'ufficio del premier.

GERUSALEMME (askanews) - Il premier Benjamin Netanyahu incontrerà la comunità etiope di Israele, nel tentativo di attenuare le tensioni dopo gli incidenti provocati dalle accuse di brutalità e diffusa discriminazione rivolte alla polizia.

Dopo gli scontri di domenica
L'incontro era stato annunciato domenica a tarda ora, dopo che migliaia di manifestanti israeliani di origine etiope si erano scontrati con la polizia nel corso di un corteo a Tel Aviv; si è trattato del secondo incidente contraddistinto da violenze negli ultimi quattro giorni.

43 manifestanti arrestati
La polizia ha sparato granate stordenti e ha utilizzato idranti e spray urticanti per disperdere la folla, mentre i manifestanti hanno lanciato pietre, bottiglie e sedie. La polizia ha dichiarato oggi che 43 manifestanti sono stati arrestati. «Nel pomeriggio, 19 detenuti compariranno in tribunale per sospetta rissa, danni e aggressione a pubblico ufficiale nel corso della protesta etiope della notte scorsa», ha affermato in una nota la portavoce della polizia, Luba Samri.

Stato di massima allerta
Durante i tafferugli, 55 poliziotti hanno riportato ferite lievi; dodici feriti anche nella fila dei manifestanti. La polizia israeliana è in stato di massima allerta, perchè i manifestanti hanno preannunciato oggi un'altra protesta vicino all'ufficio di Netanyahu.

Rivlin fa ammenda
Intanto, però, il presidente Reuven Rivlin ha ammesso che lo Stato israeliano ha commesso degli errori provocando una «ferita aperta» tra gli israeliani di origine etiope, che hanno violentemente manifestato in questi ultimi giorni contro razzismo e discriminazioni. «I manifestanti di Gerusalemme e Tel-Aviv hanno svelato una ferita aperta e viva nel cuore della società israeliana (...) Dobbiamo guardare direttamente a questa ferita aperta. Abbiamo commesso errori, non abbiamo sufficientemente aperto gli occhi e ascoltato», ha detto, in un comunicato diffuso dal suo entourage.