20 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Turchia | Politica

Erdogan vuole il Presidenzialismo

L'annuncio è arrivato da Mustafa Sentop, il vice presidente del partito, responsabile delle elezioni, ma anche della messa a punto della riforma costituzionale. «Il tema principale della campagna elettorale sarà la riforma della costituzione».

ISTANBUL - E' ormai praticamente ufficiale: la riforma costituzionale in senso presidenzialista sarà la parola d'ordine della campagna elettorale del Partito della giustizia e dello sviluppo del presidente Recep Tayyip Erdogan per le elezioni politiche del 7 giugno prossimo. L'annuncio è arrivato da Mustafa Sentop, il vice presidente del partito, responsabile delle elezioni, ma anche della messa a punto della riforma costituzionale. «Il tema principale della campagna elettorale sarà la riforma della costituzione. E il più importante elemento della (nuova) costituzione sarà il presidenzialismo» - ha annunciato ieri Sentop durante una conferenza stampa in parlamento.

«L'aspetto più importante del sistema presidenziale è che consente alla gente di votare i membri del sistema legislativo ed esecutivo allo stesso tempo» ha aggiunto Sentop. «Perciò produce un governo potente con il sostegno di almeno 50% della popolazione». Parole che sono arrivate in risposta alla sollecitazione di Erdogan, che la settimana scorsa aveva detto che la principale promessa elettorale del premier Ahmet Davutoglu sarebbe stata l'adozione del sistema presidenziale. Le parole del presidente avevano spinto qualche commentatore ipotizzare che sul tema ci fossero delle differenze di vedute con Davutoglu.

«Le elezioni di giugno sono di particolare importanza. Dovete mostrare chiaramente la vostra intenzione di avere una nuova costituzione e una nuova Turchia» ha ribadito ieri davanti ai suoi sostenitori Erdogan durante un'inaugurazione nella cittadina di Kirsehir, in Anatolia centrale. Per la verità Erdogan ha lasciato di stucco i media durante un intervista televisiva in diretta, prendendo come esempio di sistema «semipresidenziale» il Regno Unito con la Regina come «elemento dominante». «A mio avviso, lo stesso Regno Unito è un regime semipresidenziale. Il suo elemento dominante è la Regina», ha osservato. «Per la Turchia è necessaria una nuova costituzione», ha insistito il capo dello stato turco, «il suo più grande vantaggio sarebbe abolire un sistema nel quale la politica viene condotta attraverso troppi canali».

Ai turchi il tema non piace molto in realtà: solo uno su tre (il 34,3%) è favorevole al presidenzialismo, mentre il 42,2%, nei fatti la maggioranza, dice un chiaro no. Il resto non ha idea. Ma non solo: i favorevoli sono scesi dal 43,2% di giugno 2012, i contrari aumentati dal 37,7% di quella rilevazione. Un recente sondaggio di Metropoll evidenzia anche che poco più della metà degli elettori dichiarati dell'Akp vuole in presidenzialismo (il 55,2%), il 17,35 è dichiaratamente contrario.

Ma più significativa forse è la risposta alla domanda su chi guida il governo: il 78,6% ha risposto Erdogan (che nella realtà è presidente), solo il 18,1% ha fatto il nome del premier Davutoglu. D'altronde l'ex-premier, prima delle presidenziali dello scorso 10 agosto, aveva detto chiaramente che se avesse vinto non aveva nessuna intenzione di diventare un presidente super partes come i suoi predecessori e così è stato. Erdogan, a inizio gennaio, ha presieduto per la prima volta il Consiglio dei ministri e intende creare un organismo legato alla presidenza della repubblica per monitorare e controllare l'operato del governo.

Il passaggio a un «presidenzialismo di fatto», come lo hanno definito i media turchi, spaventa l'opposizione che da tempo accusa Erdogan di stare concentrando nelle sue mani sempre più potere. «Secondo il modello che hanno in mente il Capo dello stato governerà il paese (usando) decreti presidenziali. Questo non è previsto da nessun sistema presidenziale. Si chiama dittatura» ha dichiarato ieri Akif Hamzacelebi, il capogruppo del Partito repubblicano del popolo (Chp).

L'Akp non dispone dei 330 parlamentari necessari a riformare la costituzione in senso presidenzialista, mira con il voto di giugno ad allargare la sua presenza in parlamento. Ma la scelta di fare del presidenzialismo il principale punto del suo programma elettorale potrebbe rivelarsi un boomerang per il partito di Erdogan.