31 luglio 2025
Aggiornato 01:00
Cameron rientra a Londra per riunione emergenza

Siria, il boia del giornalista potrebbe essere un britannico

I jihadisti dell'Isis hanno diffuso un video di propaganda che documenta l'esecuzione del giornalista americano rapito nel novembre 2012, rivendicando il gesto come una risposta all'intervento americano in Iraq in appoggio dei curdi iracheni. Il reporter al fratello soldato: «Pensa a quello che fai».

LONDRA - Il ministro degli Esteri britannico, Philip Hammond, ha riconosciuto che il giustiziere del reporter americano James Foley potrebbe essere un cittadino britannico. In un'intervista alla BBC Radio, il capo della diplomazia di Londra ha detto che saranno necessari ulteriori accertamenti, ma che «apparentemente si tratta di una persona britannica» e ciò non sarebbe sorprendente considerato «il significativo numero» di britannici che combattono nelle file dell'Isis (lo Stato Islamico) in Siria e in Iraq.
I jihadisti dell'Isis hanno diffuso un video di propaganda che documenta l'esecuzione del giornalista americano rapito nel novembre 2012, rivendicando il gesto come una risposta all'intervento americano in Iraq in appoggio dei curdi iracheni.
Nell'intervista il ministro Hammond ha espresso il suo sentimento di «orrore assoluto, davanti a quella che sembra essere una brutale esecuzione». L'autenticità del video deve essere ancora accertata.

FORTE ACCENTO LONDINESE - Il jihadista britannico, armato, incappucciato e con indosso una maglia e dei pantaloni neri, parlava con un forte accento londinese. Nel video, intitolato «A Message to America» e girato in una località desertica, lo si vede in piedi, accanto al giornalista americano James Foley, che è inginocchiato e con indosso una veste arancione (che richiama quella dei carcerati di Guantanamo). Dopo un fermo immagine il jihadista estrae un coltello, lancia un proclama e decapita il prigioniero.
A seguito di questo video, il primo ministro britannico David Cameron è rientrato a Londra dalle ferie per presiedere una riunione di emergenza a Downing Street con il ministro degli Esteri Hammond.

PENSA A QUELLO CHE FAI - Nel video diffuso dai jihadisti dell'Isil, il reporter americano James Foley, prima di essere decapitato, rivolge un messaggio al fratello John, membro della US Air Force: «Sono morto nel giorno, John, in cui i tuoi colleghi hanno sganciato le bombe su questa gente. Allora hanno firmato la mia condanna a morte». E ancora: «Pensa a quello che stai facendo».
«Speravo di avere un po' più di tempo», ha detto ancora Foley, con lo sguardo fisso davanti a sé, «speravo di avere la libertà, per rivedere la mia famiglia ancora una volta, ma quella nave è salpata. Tutto considerato sarebbe stato meglio se non fossi stato americano», riporta il Washington Post.

L'INGIUNZIONE A OBAMA - I jihadisti dello Stato islamico, che attualmente controllano parte della Siria e del Nord dell'Iraq, hanno rivendicato il loro gesto, la decapitazione del giornalista, proprio con la volontà di vendicare l'intervento americano al fianco dei curdi iracheni.
Nel video, al termine dell'esecuzione, viene mostrato anche l'altro reporter americano del Time nelle loro mani, Joel Sotloff, sempre con indosso una veste arancione, come Foley. I jihadisti ingiungono al presidente degli Stati Uniti Barack Obama di mettere fine agli attacchi, altrimenti giustizieranno anche il secondo ostaggio. «La vita di questo cittadino americano, Obama, dipende dalla tua prossima decisione».