27 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Aereo abbattuto

E' stato un missile

Per la terza volta il team internazionale, che doveva indagare sull'abbattimento del volo MH17, deve restare a Donetsk a causa dei combattimenti. Il governo di Kiev sostiene che sia stato un missile a causare la tragedia. Intanto, anche il Giappone prepara sanzioni contro la Russia.

ROMA - I combattimenti in est Ucraina tra le forze di Kiev e i separatisti filorussi hanno nuovamente impedito a un team di investigatori internazionali di raggiungere il sito della caduta dell'aereo MH17 per esaminarne i resti. Lo ha annunciato il ministero della Giustizia olandese. «Il gruppo di esperti olandesi e australiani non ha lasciato Donetsk per il luogo dell'incidente. Ci sono troppi combattimenti sulla strada e nei dintorni» si legge in una nota del ministero. Anche nei giorni scorsi i combattimenti e i lanci di artiglieria avevano costretto gli investigatori a fare marcia indietro e tornare a Donetsk, senza aver potuto raggiungere il sito dove è caduto il volo MH17 della Malaysia Airlines, abbattuto probabilmente da un missile.

Lysenko (Kiev): "E' stato un missile" - - Le scatole nere recuperate dal Boeing 777 della Malaysian Airlines mostrano che frammenti dell'esplosione di un missile hanno provocato l'abbattimento dell'aereo. L'afferma Andriy Lysenko, portavoce del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa di Kiev: » Gli inquirenti internazionali hanno indicato che i dati dei flight-recorder mostrano che la ragione della distruzione e della caduta dell'aereo è stata una massiccia decompressione dovuta a diverse perforazioni prodotte da frammenti di un missile esploso».

I dati delle scatole nere sono stati decriptati in Gran Bretagna, dopo essere stati consegnati agli ufficiali malesi dai ribelli filorussi che controllano il luogo in cui è caduto il volo MH17. Gli investigatori che stanno guidando l'inchiesta nei Paesi bassi - 193 dei 298 morti erano di nazionalità olandese - hanno rifiutato di commentare queste informazioni, rimandando ogni valutazione a «quando otterremo un'idea completa di quanto è accaduto».

Yoshihide Suga (Giappone): Sanzioni contro Mosca - Intanto, il conflitto in Ucraina e l'inchiesta internazionale in corso determinano ripercussioni diplomatiche anche nelle relazioni tra la Russia e il Giappone. Quest'ultimo ha annunciato che imporrà nuove sanzioni contro coloro che risulteranno implicati nell' «annessione della Crimea (alla Russia) e nella destabilizzazione dell'Ucraina", in seguito all'abbattimento del volo MH17 della Malaysia Airlines alla frontiera russo-ucraina. Le sanzioni consisteranno in un congelamento di eventuali beni patrimoniali di individui e di istituzioni russe che abbiano un ruolo nella crisi che attraversa l'Ucraina, ha precisato l'agenzia di stampa nipponica Jiji.

«Il Giappone spera sinceramente che la situazione in Ucraina si normalizzi per la via del dialogo diplomatico", ha dichiarato il portavoce del governo nipponico Yoshihide Suga. Il Giappone, ha precisato Suga, «continuerà a chiedere alla Russia d'usare la sua influenza sugli insorti affinché cooperino con l'inchiesta internazionale". 

Tokyo, che è parte dei G7, è allineata ai paesi occidentali nella condanna dell'annessione della Crimea e delle azioni dei filorussi. A fine aprile ha deciso di negare, come sanzione, i visti a 23 cittadini russi. Tuttavia la questione ucraina sta creando un danno alla politica del primo ministro Shinzo Abe che, dopo il suo arrivo al governo, aveva cercato di trovare dei punti di accordo con Mosca. In un anno e mezzo Abe ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin cinque volte. La Russia fornisce il 10 per cento del gas del Giappone, quindi è un importante partner energetico. Inoltre, Abe spera di arrivare alla soluzione della pluridecennale questione territoriale sulle Isole Curili meridionali, senza la quale è impossibile firmare un trattato di pace tra i due paesi in forse dalla fine della seconda guerra mondiale.