28 agosto 2025
Aggiornato 00:00
Clima

Anche il sottosuolo incide sul cambiamento climatico

Il suolo contiene nelle sue profondità più nascoste enormi depositi di carbonio organico. La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Nature Geoscience, è stata curata dall'équipe della dottoressa Erika Marin-Spiotta, docente all'Università di Wisconsin-Madison.

NEW YORK - Il suolo contiene nelle sue profondità più nascoste enormi depositi di carbonio organico. Secondo un recente studio, riferisce il sito greenstyle, le attività umane prolungate nel tempo potrebbero liberare nell'atmosfera questa ingente quantità di CO2, contribuendo ad aggravare i cambiamenti climatici in atto. La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Nature Geoscience, è stata curata dall'équipe della dottoressa Erika Marin-Spiotta, docente all'Università di Wisconsin-Madison, e rivela dettagli inediti sugli antichi fossili sepolti a profondità poco esplorate prima d'ora dalla ricerca geologica. Secondo le attuali convinzioni della comunità scientifica, infatti, a profondità superiori ai 27 centimetri non ci sarebbe più alcun significativo contenuto di carbonio. Motivo per cui si è poco indagato sulla composizione del suolo oltre questa soglia.

DATI SOTTOSTIMATI - Secondo quanto appurato dalla dottoressa Erika Marin-Spiotta nelle sue analisi, la scienza potrebbe aver sottostimato la quantità di carbonio accumulata nelle parti più profonde del suolo. La ricerca si è concentrata sul terreno rilevato a Brady in Nebraska, nel Kansas e in alcune aree delle Grandi Pianure degli Stati Uniti. Campioni che si sarebbero formati tra 15.000 e 13.500 anni fa. Questi vecchi fossili si trovavano a una profondità di oltre 6 metri e furono sepolti dalla polvere portata dal vento, dopo che i ghiacciai che ricoprivano il Nord America iniziarono a ritirarsi circa 10.000 anni fa. L'area in cui furono ritrovati non era ricoperta dal ghiaccio, ma fu interessata da cambiamenti drastici a seguito della fine della glaciazione. Gli incendi che divamparono portarono all'accumulo di enormi quantità di carbonio nel suolo, le cui tracce sono ben visibili nei campioni di Brady, non decomposti completamente per via di una rapida sepoltura che li ha isolati dagli agenti biologici distruttivi.