Morsi dichiara lo stato d'emergenza in tre città
Il Presidente egiziano: «Ho detto in passato di essere contrario allo stato d'emergenza. Ma ho anche detto che avrei agito per fermare lo spargimento di sangue e proteggere il popolo egiziano». Senato autorizza esercito a svolgere compiti di polizia. L'Opposizione respinge appello al dialogo di Morsi
IL CAIRO - Il presidente egiziano Mohammed Morsi ha dichiarato ieri lo stato d'emergenza nelle città di Port Said, Suez e Ismalia dopo giorni di proteste violente e scontri che hanno fatto almeno 33 vittime.
Morsi ha decretato un coprifuoco giornaliero dalle 21 alle 6 del mattino, secondo quanto si legge sulla BBC.
Intanto, la situazione resta molto calda anche al Cairo, dove da quattro giorni proseguono gli scontri a Piazza Tahrir tra manifestanti e forze di sicurezza.
«Ho detto in passato di essere contrario allo stato d'emergenza. Ma ho anche detto che avrei agito per fermare lo spargimento di sangue e proteggere il popolo egiziano», ha spiegato Morsi in un discorso trasmesso dalla televisione locale.
«Se sarò costretto, farò molto più di questo in favore dell'Egitto. E' un mio dovere e non avrò esitazioni», ha aggiunto il presidente.
Senato autorizza esercito a svolgere compiti di polizia - Il Senato egiziano ha approvato oggi il progetto di legge che autorizza il dispiegamento dell'esercito nelle strade per partecipare con la polizia al mantenimento dell'ordine pubblico, mentre il paese è piombato in una nuova, grave crisi politica. Lo ha riportato l'agenzia di stampa ufficiale Mena.
Questa legge permette all'esercito «di appoggiare i servizi di polizia nel mantenimento dell'ordine e nella protezione delle installazioni vitali dello Stato fino alla fine delle elezioni legislative, e ogni volta che lo chiederà il Consiglio di difesa nazionale» presieduto dal capo dello Stato Mohamed Morsi, aggiunge l'agenzia.
L'Opposizione respinge appello al dialogo di Morsi - La principale coalizione dell'opposizione egiziana ha respinto l'invito del Presidente Mohamed Morsi di avviare un dialogo nazionale per tentare di risolvere la crisi che sta vivendo di nuovo in questi giorni il Paese. L'invito di Morsi è stato definito «privo di senso» e «di facciata».
«Noi non partecipiamo a un dialogo privo di senso», ha affermato in conferenza stampa Mohamed ElBaradei, una delle figure più importanti del Fronte di salvezza nazionale (FSN), che riunisce diversi partiti e movimenti liberali e della sinistra.
Sabato l'opposizione egiziana ha minacciato di boicottare le prossime elezioni politiche, ad aprile, se gli islamisti al potere non cercheranno una «soluzione globale» alla crisi che sta attraversando il Paese.
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