19 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Medio Oriente | La crisi siriana

200mila civili in fuga da Aleppo

Si inasprisce la battaglia, l'esercito di Assad bombarda diversi quartieri con gli elicotteri. Cresce ruolo dei jihadisti nella rivolta. Unicef: aumentano bambini e famiglie in fuga in Giordania. Di Paola: Rischio contagio, il Libano può implodere. Medvedev: é necessario evitare guerra civile

ALEPPO - L'esercito siriano ha intensificato oggi la sua offensiva contro i ribelli ad Aleppo, bombardando con gli elicotteri diversi quartieri della seconda città della Siria. Circa 200.000 civili stanno fuggendo dalle loro case. I ribelli anti-Assad hanno detto di aver conquistato stamattina un posto di controllo strategico a nord-ovest di Aleppo, che permette loro di collegare Aleppo alla frontiera turca. L'esercito siriano afferma invece di aver ripreso il controllo di Salah al-Din, ma i ribelli sostengono che la battaglia sia ancora in corso.
In altre violenze avvenute nel paese sono intanto morte oggi almeno 39 persone, undici delle quali civili, ha riferito l'Osservatorio siriano per i diritti dell'uomo, organizzazione non governativa con sede in Gran Bretagna. L'Osservatorio ha precisato anche di non essere in grado di fornire un bilancio accurato della battaglia di Aleppo, ma ha confermato che oggi in città sono rimasti uccisi almeno cinque ribelli. «In un contesto di guerra ci vuole più tempo per documetare in modo accurato il bilancio dei morti», ha detto il direttore dell'Ong, Rami Abdel Rahman.
Secondo quanto ha riferito oggi il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ieri un convoglio di mezzi con a bordo osservatori delle Nazioni Unite, tra cui il loro capo, il generale Babacar Gaye, è stato attaccato ieri dai «tank dell'esercito» siriano. «Il generale Gaye e la sua squadra sono stati presi come obiettivo a due riprese; nessuna persona è stata ferita in questi attacchi», ha aggiunto Ban in conferenza stampa.

Di Paola: Rischio contagio, il Libano può implodere - La crisi siriana preoccupa non poco le autorità di Beirut. Il precario equilibrio del Paese dei Cedri può essere infranto da un momento all'altro e il «rischio di un'implosione» del Libano è tutt'altro che remoto. Le turbolenze della regione mediorientale, e in particolare il conflitto che oppone le forze di Bashar al Assad ai ribelli di opposizione in Siria, stanno cominciando già a fare sentire i loro effetti, in particolare sull'economia libanese, l'agricoltura, il commercio e il turismo. E Giampaolo Di Paola, che questa mattina ha incontrato il presidente Michel Sleiman e lo speaker del Parlamento Nabih Berri, ha toccato con mano la tensione che si vive a Beirut, raccogliendo «la richiesta libanese di un sostegno» convinto al paese.

Cresce ruolo dei jihadisti nella rivolta - I jihadisti si stanno imponendo nella rivolta in Siria contro il regime di Bashar al Assad. E' quanto scrivono oggi l'emittente araba al Jazeera e il quotidiano americano The New York Times.
«Alcuni gruppi sostengono di essere affiliati ad al Qaida, sventolano le sue bandiere e affermando di avere campi di addestramento nel Paese», scrive oggi l'emittente araba, ricordando però che l'opposizione siriana ha già fatto sapere che i combattenti legati ad al Qaida non hanno nulla a che fare con l'Esercito libero siriano. Tuttavia, gli stessi combattenti dell'Esercito libero siriano hanno ammesso la presenza di questi gruppi nel Paese.
Da parte sua, oggi il New York Times ha scritto che «jihadisti musulmani locali, così come piccoli gruppi di combattenti di Al Qaida stanno assumendo un ruolo più marcato e chiedono di poter dire la loro sulla gestione della resistenza».
«Persino i gruppi di resistenza meno zelanti - prosegue il quotidiano - stanno adottando una maggiore aura islamica perchè capace di attrarre maggiori finanziamenti».

Unicef: aumentano bambini e famiglie in fuga in Giordania - L'Unicef sta rafforzando la sua capacità di risposta all'emergenza causata dall'aggravarsi del conflitto in Siria, che sta provocando un aumento del numero di bambini e famiglie siriane in fuga verso la Giordania. E' quanto scrive oggi in un comunicato l'agenzia Onu, riferendo del proprio sostegno alla costruzione di un nuovo sito nel nord della Giordania, capace di accogliere fino a 150.000 persone, e di siti per la distribuzione dell'acqua e per i servizi igienici.

Medvedev: é necessario evitare guerra civile - Dmitri Medvedev è arrivato alle Olimpiadi di Londra con un messaggio: il suo Paese vuole lavorare al fianco dell'Occidente per risolvere i problemi globali, inclusa la crisi in Siria.
In un colloquio esclusivo con il quotidiano britannico Times, al termine della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Londra, il Primo ministro russo ha espresso apprezzamento per il presidente Usa Barack Obama e per il premier britannico David Cameron e ha insitito sul fatto che le divergenze sulla Siria non sono così grandi come molti credono. Medvedev ha poi lasciato intendere - scrive il Times - che la pazienza di Mosca con il presidente Assad sta finendo, ma ha aggiunto che adesso è necessario fare il possibile per evitare una guerra civile in Siria.