21 marzo 2023
Aggiornato 11:00
Medio Oriente | La crisi siriana

Damasco, controffensiva dell'esercito a caccia dei ribelli

Migliaia di siriani rifugiati in Iraq, Turchia e Libano. «Fermati» nella capitale due italiani, è giallo. Israele: Impediremo il trasferimento dell'armi verso il Libano

DAMASCO - Le forze siriane hanno lanciato una contro offensiva per riprendere il controllo dei quartieri di Damasco in mano ai ribelli e Aleppo, la seconda città della Siria, mentre migliaia di siriani hanno lasciato le proprie case cercando rifugio in Iraq, Turchia e Libano.
All'indomani della più sanguinosa giornata dall'inizio della rivolta nel marzo 2011, con oltre 300 morti, secondo un'ong siriana, il consiglio di sicurezza dell'Onu ha prolungato «per un ultimo periodo di 30 giorni» la missione dei 300 osservatori in Siria.

Dopo «la battaglia di liberazione» di Damasco, annunciata martedì scorso dai ribelli, l'esercito del presidente Bashar al Assda ha lanciato un attacco per riprendere il controllo dei quartieri «dove si sono infiltrati i terroristi», secondo una fonte della sicurezza di Damasco. Appoggiato da carri armati, l'esercito ha «ripulito» il quartiere di Midane, nel centro della capitale, al termine di violenti combattimenti. Stessa sorte per i quartieri di Kafar Sussè (sud est), Tadamun (sud), Jobar, Qabun e Barzé (est).
Ad Aleppo, capitale economica del Paese, violenti combattimenti sono stati registrati in diverse zone della città, aprendo un secondo fronte del conflitto ormai «guerra civile» per diverse capitali e istituzioni internazionali.
Almeno 177 persone - 119 civili, 13 «combattenti civili» 7 disertori, e 38 soldati dell'esercito governativo - sono stati uccisi ieri secondo l'Osservatorio siriano dei diritti dell'Uomo. Oltre 18.000 persone in fuga dalle violenze sono arrivate in Libano nelle ultime 48 ore.

«Fermati» nella capitale due italiani, è giallo - Due italiani, dipendenti di una società genovese subappaltatrice dell'Ansaldo sarebbero stati 'fermati' in Siria mentre cercavano di lasciare il paese per rientrare in Italia. Lo scrive Il Secolo XIX citando un loro collega rientrato in Italia. Secondo la stessa fonte, i connazionali sarebbero stati «rapiti da ribelli armati».
«Stavano cercando di rientrare in Italia con un aereo da Damasco, via Beirut - si legge sull'edizione online del quotidiano genovese - Viaggiavano con altri otto colleghi. La loro auto è stata bloccata sulla strada per l'aeroporto da un gruppo di uomini armati». Il caso è confermato a TMNews da fonti della Farnesina, che parlano però di una sorta di «fermo» i cui contorni sono ancora da definire. L'Unità di Crisi, in costante raccordo con l'ambasciata a Beirut, sta seguendo la vicenda fin dall'inizio. Le famiglie dei due sono costantemente informate.

Israele: Impediremo il trasferimento dell'armi verso il Libano - Israele si sta preparando a un possibile intervento militare in Siria, nel caso in cui Damasco decida di rifornire di missili o armi chimiche il movimento islamico libanese Hezbollah. Lo ha affermato il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak in un'intervista a Channel 10 television. «Ho dato istruzione all'esercito di aumentare il controllo di intelligence e prepararsi a un'eventuale operazione», ha spiegato Barak parlando di possibili trasferimenti di armi dalla Siria al Libano. L'esercito israeliano, ha aggiunto Barak, si sta preparando anche per prevenire un afflusso di rifugiati siriani nella zona del Golan, nel caso in cui dovesse crollare il regime di Assad.