24 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Assad: Non perdo tempo con l'opposizione siriana

Siria, la Nato esclude un intervento per imporre la «no fly zone»

L'Alleanza: «Serve un chiaro mandato, ma nessuno ce lo ha chiesto». La Lega Araba vuole il ritiro dei carri armati dalle strade. Farnesina: Appello a Damasco perché metta fine alle violenze

DAMASCO - La Nato esclude, almeno per il momento, una missione militare in Siria per imporre una 'no fly zone', sul modello di quella compiuta in Libia. Lo hanno riferito fonti ufficiali dell'alleanza, dopo che il presidente siriano Bashar al Assad ha avvertito che un eventuale intervento occidentale provocherebbe «un terremoto» che «capace di incendiare l'intera regione».
Un intervento militare in Siria, tra l'altro, potrebbe avere luogo solo con un mandato del Consiglio di sicurezza dell'Onu e troverebbe, con ogni probabilità, la ferma opposizione di Russia e Cina. «Avremmo la necessità di un chiaro mandato della comunità internazionale, così come del supporto della Lega Araba e dei paesi vicini alla Siria», ha riferito una fonte della Nato citata dal Guardian. Ma fino ad ora, ha aggiunto, «nessuno ha richiesto» il contributo dell'Alleanza.
In un'intervista al Telegraph, Assad ha accennato ieri al rischio di trasformare il paese in un nuovo Afghanistan in caso di intervento militare. «La Siria è differente dall'Egitto, dalla Tunisia, dallo Yemen. La storia è differente, la politica è differente. La Siria è il cuore della regione. Se ci sarà un intervento, causerà un terremoto. Volete vedere un altro Afghanistan?» ha detto Assad.

Assad: Non perdo tempo con l'opposizione siriana - In una intervista in esclusiva al Daily Telegraph, il presidente siriano Bashar al Assad liquida il Consiglio nazionale siriano, l'organismo di recente costituzione che raggruppa le principali correnti dell'opposizione, affermando di non voler «perdere tempo» con queste persone.
«Non voglio perdere tempo parlando di loro», dice Assad. «Non li conosco, sarebbe meglio indagare se essi rappresentano veramente la Siria». Secondo il presidente siriano i gruppi di opposizione sono pagati e conducono la loro protesta solo per denaro. Assad avverte poi che un intervento straniero in Siria «incendierebbe» tutto il Medio Oriente. «La Siria è ora l'hub della regione, è la linea di faglia», e un eventuale intervento «provocherebbe un terremoto. Volete vedere un altro Afghanistan?». «Qualsiasi problema in Siria incendierà l'intera regione - afferma Assad -. Se il piano è dividere la Siria, questo dividerà l'intera regione».
Secondo le Nazioni Unite, da quando è iniziata la rivolta contro il regime di Bashar al Assad, a metà marzo, oltre 3.000 persone sono state uccise nella repressione condotta dalle forze di sicurezza siriane.

La Lega Araba vuole il ritiro dei carri armati dalle strade - La Lega araba ha sottoposto al regime di Damasco un piano che prevede la fine «immediata» delle violenze, il ritiro dei carri armati dalle strade delle città e l'apertura di un dialogo con i gruppi dell'opposizione al Cairo. Lo ha detto all'Afp il segretario generale dell'organizzazione panaraba, Nabil al-Arabi.
Un Comitato ministeriale della Lega araba aspetta oggi a Doha una risposta a questo piano da parte del regime di Bashar al Assad, che a partire dalla metà di marzo ha represso nel sangue una rivolta popolare facendo oltre 3.000 morti.
Il piano arabo prevede «il ritiro immediato dei carri armati e la fine immediata delle violenze per inviare un messaggio rassicurante alla piazza siriana», ha dichiarato Al Arabi, aggiungendo che il documento richiede anche l'apertura «al Cairo di un dialogo nazionale tra tutte le forze che compongono l'opposizione e il regime». Questa idea del dialogo nazionale è stata illustrata lo scorso mercoledì al presidente Bashar Al Assad dal Comitato ministeriale arabo, guidato dal primo ministro del Qatar, sheikh Hamad Ben Jassem Al-Thani. Il ministro degli Esteri siriano, Walid al-Muallem, che ha partecipato ieri alla riunione del Comitato arabo, dovrà comunicare oggi alla Lega araba una risposta al suo piano.

Farnesina: Appello a Damasco perché metta fine alle violenze - La Farnesina segue «con attenzione» gli ultimi sviluppi in Siria e chiede al regime di Damasco di «interrompere immediatamente le violenze contro la popolazione» allineandosi così ai precedenti appelli dell'Onu, dell'Unione Europea e della Lega Araba. Lo ha sottolineato, nel briefing settimanale con la stampa, il portavoce del ministero degli Esteri Maurizio Massari. Da parte italiana, ha aggiunto il diplomatico, si auspica «una transizione democratica rapida, nel pieno rispetto dei diritti umani».