28 marzo 2024
Aggiornato 09:00
La guerra di Libia

Oggi riunione a Doha su aiuto umanitario da 2,5 mld dollari

Parteciperanno Stati Uniti, Italia, Francia e Regno Unito, Turchia, Qatar ed Emirati Arabi Uniti

DOHA - Il numero due degli insorti libici, Mahmoud Jibril, ha annunciato a Doha lo svolgimento nella capitale del Qatar di una riunione internazionale, con la partecipazione degli Stati Uniti, su un'assistenza umanitaria urgente di 2,5 miliardi di dollari al popolo della Libia.

Oltre agli Stati Uniti, parteciperanno Italia, Francia, Regno Unito, Turchia, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. Jibril, presidente del Comitato esecutivo del Consiglio nazionale di transizione (Cnt), organo politico degli oppositori, ha spiegato durante una conferenza stampa che l'obiettivo di questa riunione «è riunire a vantaggio del Cnt la somma di 2,5 miliardi di dollari prima della fine del Ramadan, per potere pagare i salari dei libici» e per soddisfare i fabbisogni umanitari urgenti della Libia, ha spiegato.

Il Ramadan, mese di digiuno musulmano, deve terminare il 30 o il 31 agosto. La somma di 2,5 miliardi di dollari dovrebbe essere sbloccata sui fondi libici congelati, ha precisato un comitato ministeriale della Lega araba che si è riunito ieri nella capitale del Qatar. In un comunicato, il comitato ha invitato i membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu ad «assumersi le loro responsabilità umanitarie nei confronti del popolo libico nelle circostanze attuali», sbloccando questa somma prima della festa che segna la fine del Ramadan. La riunione internazionale di oggi dovrebbe svolgersi a livello «di direttori politici del Comitato di contatto sulla Libia» , secondo il comunicato, citato dall'agenzia ufficiale qatariota Qna.

Prima in serata, gli Stati Uniti avevano annunciato di lavorare allo sblocco nei prossimi giorni di un cifra compresa tra il miliardo e il milardo e mezzo di dollari in asset libici congelati. Denaro che sarà versato al Cnt per «soddisfare le necessità umanitarie e per aiutare a stabilire un governo sicuro e stabile», ha spiegato il portavoce del Dipartimento di Stato, Victoria Nuland.