26 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Ex numero due del regime libico

Libia, Abdessalam Jallud passa con ribelli e vola in Italia

E' stato il braccio destro del Colonnello. Il Regime minimizza: «Jallud non era più in politica». Il Presidente del Cnt Jalil: «La fine di Gheddafi è vicina»

BENGASI - Abdessalam Jallud, ex braccio destro del colonnello Muammar Gheddafi ed ex numero due del regime libico, caduto in disgrazia a metà anni Novanta, è riuscito con successo a fuggire da Tripoli ed è passato con l'opposizione.
«Ha lasciato Tripoli, si è unito» all'opposizione, ha dichiarato il portavoce militare della rivolta, il colonnello Ahmed Omar Bani. «Per ragioni di sicurezza, non possiamo rivelare dove si trova esattamente», ha aggiunto il colonnello Bani, interpellato a Bengasi, «capitale» ribelle nell'est del Paese. «Il comandante Jallud è riuscito a fuggire da Tripoli con la sua famiglia ed è arrivato ieri nella città di Zenten», controllata dagli insorti e situata a sudovest di Tripoli, ha indicato un'altra fonte ribelle che ha richiesto l'anonimato.
La defezione di Abdessalam Jallud è stata annunciata nella sera di ieri da molti mass media dell'opposizione. Jallud è stato in particolare citato dalla televisione dell'opposizione Libya Awalam, su un rullo in sovraimpressione che recitava: «Il regime di Gheddafi è finito».

Jallud è stato a lungo considerato il numero due del regime, prima di essere emarginato a partire dal 1990. Ha esercitato le funzioni di primo ministro dal 1972 al 1977. Ha occupato molti ruoli ufficiali, in particolare quelli di vice primo ministro, ministro delle Finanze e dell'Industria. Dopo i contrasti con il colonnello, era stato allontanato e si era ritirato dalla vita politica. E' stato per molti anni agli arresti domiciliari.

Il Regime minimizza: «Jallud non era più in politica» - Le autorità libiche minimizzano la portata della defezione dell'ex numero due del regime, Abdessalem Jallud, ricordando che aveva lasciato da tempo la politica.
«Abdessalem Jallud aveva abbandonato da tempo la politica e trascorreva molto tempo all'estero per cure mediche, dal momento che soffre di malattie cardiache - ha fatto sapere l'agenzia di stampa ufficiale Jana - non c'è niente che merita di essere menzionato riguardo ad Abdessalem Jallud».

Il Presidente del Cnt Jalil: «La fine di Gheddafi è vicina» - La fine di Muammar Gheddafi «è vicina» e sarà senza dubbio «catastrofica»: lo ha dichiarato in conferenza stampa il presidente del Consiglio Nazionale di Transizione (Cnt) ribelle libico, Mustafà Abdel Jalil, confermando l'esistenza di contatti con «la cerchia principale» dei collaboratori del rais.
«Se Gheddafi ha intenzione di lasciare il potere vogliamo che sia egli stesso ad annunciarlo, ma pensiamo che non lo farà mai», ha spiegato Jalil, aggiungendo di attendersi «una fine catastrofica per Gheddafi e i suoi»; secondo il presidente del Cnt infine il rais avrebbe inoltre intenzione di «creare una situazione di anarchia» a Tripoli.

Console italiano: «Ottimismo a Bengasi su caduta di Tripoli» - A Bengasi c'è «grande ottimismo» sulla prossima caduta di Tripoli, alimentato soprattutto dal fatto che le truppe regolari del leader libico Muammar Gheddafi si starebbero arrendendo agli insorti nei combattimenti in corso nei pressi della capitale. E' quanto ha detto a TMNews il rappresentante italiano presso il Consiglio Nazionale di Transizione libico, Guido De Sanctis, invitando però alla cautela sui tempi della conquista di Tripoli e sulla reazione della popolazione.
Le notizie certe che arrivano dal fronte, precisa il console, è che gli insorti sono a 40 chilometri a ovest di Tripoli e a 20 chilometri a est, e avrebbero un fronte avanzato a Tajura, quartiere situato a una cinquantina di chilometri a est della capitale, che si era sollevato contro il regime già lo scorso marzo.
Se è vero che i militari libici si stanno arrendendo, ha proseguito De Sanctis, non si sa invece come potrebbero comportarsi i «molti mercenari» che si dice siano a Tripoli. Così come bisogna attendere per conoscere la reazione della popolazione locale davanti agli insorti di Bengasi, anche se i loro problemi di sopravvivenza potrebbero favorire l'avanzata.
Ancora più difficile, prosegue il console, prevedere cosa farà Gheddafi, mai come oggi così vicino «alla certezza della sconfitta».
Tuttavia, una volta risolte tutte queste incognite, conclude De Sanctis, le priorità del Consiglio nazionale di transizione dovrebbero essere quelle «di far ripartire l'economia», per scongiurare regolamenti di conti interni al Paese, e dare applicazione alla road map già messa a punto a Bengasi, che prevede l'elezione, entro 8 mesi, di una «Conferenza nazionale», un'assemblea nazionale di transizione di 200 membri, a cui affidare la guida della Libia.

Ribelli si ritirano dalla zona industriale di Brega - Le milizie ribelli sono state costrette a ritirarsi dalla zona industriale di Brega, occupata nel pomeriggio, a causa degli intensi bombardamenti delle forze governative: lo ha reso noto il portavoce militare del Consiglio Nazionale di Transizione (Cnt) libico, colonnello Ahmed Omar Bani.
Secondo bani le forze leali al leader libico Muammar Gheddafi stanno dirigendosi verso ovest, in direzione della località di Bishr, coprendo la propria ritirata con un fitto fuoco di artiglieria sulla zona industriale.
Brega, 240 chilometri a sud di Bengasi, è una città petrolifera e costituisce il principale terminal per l'esportazione del greggio: dopo settimane di combattimenti i ribelli avevano preso il controllo della zona residenziale mentre le truppe governative resistevano ancora nel settore degli impianti petroliferi abbandonati.

Scontro a fuoco fra gruppo ribelle e pattuglia tunisina - Uno scontro a fuoco tra le forze di sicurezza tunisina e un gruppo di ribelli libici è scoppiato nella regione di Douz, nel sud-est della Tunisia: lo ha reso noto il Ministero della Difesa tunisino.
Una pattuglia dell'esercito sarebbe stata presa di mira da un gruppo armato che viaggiava a bordo di diversi veicoli - almeno cinque - con targa libica, senza subire perdite. Lo scontro a fuoco (iniziato verso le 20 ora italiana) è durato diverse ore e gli assalitori sono riusciti a darsi alla fuga; attualmente, conclude il comunicato del Ministero - è in corso un'operazione di ricerca condotta con mezzi aerei e terrestri.