Gli insorti chiedono 3 miliardi a Italia, Francia e USA
Vogliono un credito, la garanzia sono i beni congelati del rais
BENGASI - I ribelli libici, che controllano la regione orientale del Paese, hanno fatto sapere che il denaro a loro disposizione si sta esaurendo: chiedono un credito di 3 miliardi di dollari a Italia, Francia e Stati Uniti mettendo a garanzia i beni congelati del leader libico Muammar Gheddafi. La questione dei finanziamenti al Consiglio nazionale transitorio (Cnt) è prioritaria nell'agenda dei ministri degli Esteri del gruppo di contatto, che si riunirà a Roma giovedì.
«La liquidità di cui disponiamo basterà appena per tre mesi, quattro al massimo», ha dichiarato Ali Tarhoni, responsabile in seno al Cnt (il Consiglio nazionale transitorio) delle finanze e del petrolio. «Credo che se otterremo delle linee di credito dai nostri amici in Francia, Italia e Stati Uniti, ce la faremo», ha spiegato Tarhoni ai giornalisti da Bengasi, aggiungendo di «aver bisogno di due-tre miliardi di dollari».
I leader della rivolta libica hanno rinunciato alla richiesta di ottenere lo sblocco dei fondi di Gheddafi direttamente a favore del Cnt, ma auspicano l'apertura di linee di credito da parte di quei paesi che «ospitano» questi fondi. Un'intesa che appunto dovrebbe essere formalizzata nella riunione di Roma. Secondo la stima del Cnt i fondi congelati del Colonnello in tutto il mondo ammontano a 165 miliardi di dollari.
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