29 marzo 2024
Aggiornato 06:00
Le tribł dovrebbero sostituire l'esercito

Il regime cambia tattica a Misurata, raid su Tripoli

Il vice ministro degli Esteri, Khaled Kaim: «La situazione a Misurata sarą affrontata dalle tribł del circondario e non dall'esercito libico»

TRIPOLI - Il regime libico ha annunciato che affiderą alle tribł lealiste la cittą ribelle assediata di Misurata, dove la situazione umanitaria č preoccupante, mentre la Nato ha condotto raid contro Tripoli e a sudovest della capitale in una zona ribelle.

Le forze fedeli a Muammar Gheddafi si ritireranno da Misurata (ovest) e affideranno alle tribł della regione la missione di mettere fine al conflitto in questa cittą attraverso negoziati o con la forza, ha dichiarato il vice ministro degli Esteri, Khaled Kaim. «La situazione a Misurata sarą affrontata dalle tribł del circondario e non dall'esercito libico», ha dichiarato Kaim. Secondo lui, l'esercito non riesce a venire a capo dei ribelli a causa delle incursioni della Nato.

La comunitą internazionale ha lanciato un campanello d'allarme riguardo alla situazione umanitaria in questa cittą, la terza della Libia 200 chilometri a est di Tripoli, teatro da molte settimane di una guerriglia urbana mortale tra la rivolta e le forze fedeli al colonnello Gheddafi. L'annuncio del regime della mobilitazione di abitanti delle cittą circostanti, come Bani Walid o Zliten, roccaforti della tribł di Werfella, la pił numerosa e la pił fedele, mira - secondo fonti - a complicare il compito della Nato coinvolgendo questi «civili». Non dovrebbe tuttavia portare cambiamenti sostanziali sul fronte, perché gran parte di loro gią combattere, sotto le insegne dell' «esercito popolare» composto da milizie di «volontari».

Il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) ha sottolineato che la situazione umanitaria si č aggravata a Misurata dove l'accesso ad acqua e cure mediche č problematico.

A Tripoli, varie esplosioni sono state avvertite ieri sera e questa mattina presto dopo frenetici sorvoli della capitale da parte di aerei caccia della Nato, all'indomani della visita del senatore americano John McCain a Bengasi, roccaforte dei ribelli libici. Le offensive hanno preso di mira un terreno incolto circondato da mura e torrette di guardia e il cui ingresso č controllato costantemente dall'esercito, di fronte alla residenza di Bab Al-Aziziya, vicino al centro della capitale. Le autoritą, che hanno portato i corrispondenti della stampa internazionale sui luoghi, hanno affermato che si tratta di un «parking». Due bombe hanno preso di mira questo obiettivo.

Ieri sera, la Nato ha inoltre condotto raid sulla regione di Zenten, a sudovest di Tripoli, dove gli scontri si moltiplicano con i ribelli che controllano molte localitą della regione, ha riportato l'agenzia libica Jana, che ha riferito di due morti e tre feriti. In questa zona montuosa dove i combattimenti hanno fatto decine di morti da una settimana a questa parte, i ribelli hanno preso il controllo di uno dei principali posti di frontiera con la Tunisia. Nelle ultime due settimane, 15mila libici sono fuggiti verso la Tunisia da questa zona, mentre l'alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati teme un esodo «pił consistente». Secondo Unhcr e Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), oltre 550mila persone sono gią fuggite dalla Libia. Una nave noleggiata dall'Oim č arrivata a Misurata con 160 tonnellate di aiuti umanitari (prodotti alimentari, materiale medico, tende) e partirą da Bengasi nel pomeriggio, sgomberando un migliaio di profughi stranieri, in particolare nigeriani. L'Oim ha gią sgomberato da Misurata pił di 3.100 profughi di 21 nazionalitą.