Raid su Tripoli, diserzione di massa verso la Tunisia
Gli insorti entusisasti per i droni USA. L'UE prepara la missione a Misurata
TRIPOLI - Il flusso di civili e militari libici in fuga verso la Tunisia è aumentato nelle ultime ore, con un centinaio di soldati dell'esercito libico - tra cui una decina di ufficiali - che si sono consegnati ai militari tunisini che controllano la frontiera lungo la Libia nei pressi di Wazzan (Libia) e Dehiba (Tunisia). Lo hanno riferito riferiscono fonti militari tunisine precisando che i soldati fedeli al rais sono stati interrogati e poi rilasciati dalle autorità tunisine. L'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr) ha diffuso un allarme sull'esodo delle popolazioni delle zone di montagna nell'ovest della Libia verso la Tunisia, dopo la fuga di circa 15.000 persone nelle ultime due settimane.
Nel frattempo, secondo quanto riportato dalla Cnn, almeno tre forti esplosioni sono state udite nella notte a Tripoli, un segnale del fatto che la Nato avrebbe intensificato i suoi raid aerei sulla capitale libica per colpire i centri di comando e controllo del regime di Muammar Gheddafi. L'Alleanza ha diffuso un messaggio di avvertimento ai civili libici affinché si tengano alla larga dalle zone militari.
Dalla Libia, gli insorti si sono dichiarati oggi «entusiasti» per la decisione degli stati Uniti di impiegare aerei senza pilota nell'ambito della missione Nato in Libia. I combattenti dell'opposizione hanno auspicato che il loro utilizzo possa mettere termine all'assedio di Misurata da parte delle forze fedeli al colonnello Muammar Gheddafi. «Siamo onorati. Si tratta di un aereo speciale che può essere utilizzato in aree urbane. Speriamo che ciò possa ridurre la pressione sulla popolazione di Misurata», ha dichiarato Mustafa al Guerriani, un portavoce del Consiglio nazionale di transizione di Bengasi.
Proprio per garantire l'arrivo di aiuti umanitari a Misurata, l'Unione europea sta continuando a preparare un'operazione militare, malgrado le riserve espresse a questo proposito dall'Onu. «Di fronte al peggioramento della situazione umanitaria, in particolare a Misurata, la pianificazione di un'operazione militare di sostegno agli aiuti umanitari prosegue a Roma» ha indicato una portavoce del ministero degli Esteri francese, Christine Fages, aggiungendo che «l'Unione europea si tiene pronta a rispondere a una sollecitazione delle Nazioni Unite».
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