Bagnasco: in Libia l'unica strada è la diplomazia
«Bisogna evitare spinte estremistiche che avrebbero esiti imprevedibili e gravi»
ROMA -«L'invocato e improvviso intervento internazionale - ideato sotto l'egida dell'Onu e condotto con il coinvolgimento della Nato - ha affermato il cardinale Bagnasco - ha fatto sorgere interrogativi e tensioni.
Ci uniamo alle accorate parole che il Santo Padre in più occasioni ha espresso di solidarietà a quelle popolazioni e di auspicio per un immediato superamento della fase cruenta. Noi crediamo - ha aggiunto ancora Bagnasco al 'parlamentino' della Cei - che la strada della diplomazia sia la via giusta e possibile, forse tuttora desiderata dalle parti in causa, premessa e condizione per individuare una 'via africana' verso il futuro invocato soprattutto dai giovani. Ma anche per evitare possibili spinte estremiste che avrebbero esiti imprevedibili e gravi».
BAGNASCO: CI VUOLE UNA SOLUZIONE DIPLOMATICA - Dopo il Papa, dunque, anche il Presidente della Cei fa appello ad un superamento della guerra di Libia e all'intervento di una soluzione diplomatica. «Ad intervento ampiamente avviato, auspichiamo si fermino le armi e venga preservata soprattutto l'incolumità e la sicurezza dei cittadini, garantendo l'accesso agli indispensabili soccorsi umanitari, in un quadro di giustizia», ha detto il cardinale aprendo i lavori del Consiglio Cei.
NON CI SI PUÒ NON RAMMARICARE PER IL RICORSO ALLA FORZA - Per Bagnasco, «non ci si può non rammaricare per il ricorso alla forza che, contrapponendo tra loro i figli poveri di uno stesso popolo e di uno stesso continente, provoca dolore più grande e lutti - se possibile - ancora più drammatici».
IL CARDINALE NELLE SCORSE SETTIMANE: SE QUALCUNO ASSALE MIA MADRE DEVO INTERVENIRE - Nelle scorse settimane, Bagnasco aveva affermato: «Il Vangelo ci indica il dovere di intervenire per salvare chi è in difficoltà. Se qualcuno aggredisce mia mamma che è in carrozzella io ho il dovere di intervenire. Speriamo che si svolga tutto rapidamente, in modo giusto ed equo, col rispetto e la salvezza di tanta povera gente che in questo momento è sotto gravi difficoltà e sventure».
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