16 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Crisi libica

Quarto giorno di guerra, polemica su vittime civili

Usa e Russia litigano, mentre i ribelli combattono a ovest. Il presidente russo, Dmitri Medvedev, ha parlato di utilizzo «indiscriminato» della forza in Libia

TRIPOLI - Proseguono i combattimenti tra i ribelli e le forze leali a Muammar Gheddafi, mentre i caccia occidentali continuano a volare nei cieli libici. Ma nel quarto giorno di guerra, a far parlare sono soprattutto le possibili vittime tra i civili: per accendere la polemica è bastata la notizia, smentita dalle autorità statunitensi, di sei civili rimasti feriti, vicino a Bengasi, durante l'operazione di salvataggio dei piloti del caccia precipitato la scorsa notte.
A diffonderla erano stati, nel pomeriggio, due giornalisti britannici. Secondo il loro racconto, i militari a bordo di un elicottero Osprey avrebbero cominciato a sparare per bonificare l'area intorno a loro, per poter effettuare il salvataggio. Poco dopo, le forze armate statunitensi hanno smentito la notizia: «Posso negare che sia successo al 100%» ha dichiarato il capitano Richard Ulsh, portavoce dei marine statunitensi, aggiungendo che «nessun colpo è stato sparato».

Tanto è bastato, comunque, per portare in primo piano il problema delle vittime civili. Il presidente russo, Dmitri Medvedev, ha parlato di utilizzo «indiscriminato» della forza in Libia, in un incontro con il segretario di Stato americano, Robert Gates. La polemica è poi scoppiata tra Gates e il ministro della difesa russo, Anatoly Serdyukov, durante una conferenza stampa congiunta, a Mosca: Serdyukov ha chiesto un immediato cessate il fuoco per proteggere i civili, Gates ha risposto che «è assolutamente chiaro che la grande maggioranza, se non la quasi totalità delle vittime civili, le ha fatte Gheddafi. Alcune persone qui stanno dando credito alle sue parole che, per quanto mi riguarda, sono solo menzognere».

L'attenzione verso i civili è dimostrata dal comportamento dei piloti dei caccia canadesi, che oggi hanno compiuto la loro seconda missione in Libia. Hanno infatti rinunciato a bombardare un aerodromo, per non rischiare di colpire dei civili. «Arrivando sulla zona, gli equipaggi hanno ritenuto che i rischi di danni collaterali fossero troppo elevati» ha dichiarato il generale Tom Lawson, capo di stato maggiore delle forze aeree canadesi.

Intanto, proseguono soprattutto a ovest i combattimenti tra le forze fedeli a Gheddafi e i ribelli. Almeno nove persone sono morte a Yefren, 130 chilometri a sud-ovest di Tripoli; lo riferiscono gli abitanti della zona. «Le forze di Gheddafi hanno condotto un'offensiva nell'area, ieri e oggi. I combattimenti hanno provocato la morte di almeno 9 persone a Yefren; i feriti sono molti» ha dichiarato un residente. «Ci aspettiamo che la coalizione internazionale impedisca alle truppe di Gheddafi di avanzare fino a questa regione» controllata dai ribelli. «In assenza di un intervento della coalizione, il regime ha cercato di prendere rapidamente il controllo della città, bombardandola». Sempre a ovest, le truppe del Colonnello hanno attaccato Misurata, uccidendo - secondo i ribelli - cinque persone, tra cui quattro bambini. A Zintan, invece, i bombardamenti degli aerei libici avrebbero provocato la morte di almeno dieci persone.