24 aprile 2024
Aggiornato 02:00
USA: «siamo con Seoul»

La Corea del Nord agita lo spettro del conflitto

Hillary Clinton: «Abbiamo il dovere di dare una risposta ferma e appropriata»

SEOUL - Venti di guerra nella penisola coreana, dove continua a crescere la tensione tra Seoul e Pyongyang. La Corea del Nord ha deciso di rompere le sue relazioni con la Corea del Sud, abrogando l'accordo di non aggressione in vigore e minacciando una «guerra totale» in caso di nuove sanzioni Onu. Ma il leader nordcoreano Kim Jong-II sembra sempre più isolato e, al momento, può contare solo su una posizione 'moderata' della Cina, uno dei pochi alleati rimastogli. Piuttosto esplicita, invece, è la posizione degli Stati Uniti: l'attacco alla corvetta di Seoul «è stata una inaccettabile provocazione», «la comunità internazionale ha un senso di responsabilità e il dovere di rispondere», ha commentato il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton oggi a Seoul.

Questa mattina, intanto, Kim Jong-II ha ordinato all'esercito nordcoreano di impedire al personale e ai mezzi sudcoreani di accedere al complesso industriale di Kaesong, finanziato dal sud e situato appena a nord della frontiera, in caso di ripresa della propaganda sudcoreana che, secondo Pyongyang, avrebbe raggiunto il suo culmine con l'accusa alla Corea del Nord di avere affondato con un siluro la corvetta Cheonan.

Il tutto mentre proseguono i contatti diplomatici tra gli Stati Uniti e la Corea del Sud. Da Seoul, Hillary Clinton ha sollecitato «una risposta ferma e appropriata» alla «provocazione» di Pyongyang ed ha espresso «grande fiducia nella leadership sudcoreana». E alla Cina che predica «moderazione» e intende procedere a un'indagine indipendente sull'accaduto, il capo della diplomazia di Washington ha ricordato «la grande professionalità» che ha contraddistinto l'inchiesta internazionale.

Alla posizione di condanna espressa dagli Stati Uniti si è accodato anche il Giappone. In un incontro al Pentagono tra i ministri della Difesa Robert Gates e Toshimi Kitazawa, i due paesi hanno garantito «un sostegno unificato alla Repubblica di Corea». Entrambi incontreranno il loro omologo sudcoreano nel prossimo mese di giugno a Singapore.