Bomba contro il Lince: 2 italiani uccisi, 2 feriti
Sembra essere stata una fatalità. Nell'attentato coinvolta anche una soldata. Le salme mercoledì in Italia
ROMA - Sembra essere stata una fatalità. Ma l'esplosione che questa mattina ha colpito un convoglio multinazionale nell'ovest dell'Afghanistan è costata oggi all'Italia due nuove vittime. Il sergente Massimiliano Ramadù e il primo caporal maggiore Luigi Pascazio erano dentro a un blindato Lince, posizionato nel nucleo di testa di una colonna composta da una quarantina di automezzi di diverse nazionalità, partita da Herat e diretta a Bala Murghab. La deflagrazione è stata fragorosa e improvvisa, «innescata da un ordigno ad alta potenzialità». Per loro non c'è stato alcuno scampo. All'interno c'erano anche Cristina Buonacucina e Gianfranco Scirè, rimasti gravemente feriti, ma non in pericolo di vita.
Il mezzo occupava la quarta posizione del convoglio ed è stato l'unico ad essere colpito. C'erano anche veicoli spagnoli, americani, afgani, stavano trasferendo circa 400 militari alla base avanzata di Bala Murghab, nel nord della regione ovest. E' anche per questo che, secondo quanto emerso dalle prime ricostruzioni, nessuno dei vertici militari parla di un attacco mirato e diretto agli italiani. «Nelle missioni internazionali i rischi e gli allarmi sono continui», ha spiegato il ministro della Difesa Ignazio La Russa. I militari sono «assolutamente consapevoli di questo», eppure non rinunciano alla loro missione, a «un'opera essenziale per dare una maggiore serenità a questo paese, per riportare la pace e la stabilità».
Le salme di Ramadù e Pascazio saranno rimpatriate in Italia nelle prime ore di mercoledì, i due feriti torneranno invece appena sarà possibile, ha detto La Russa. Scirè ha riportato una frattura alla tibia sinistra, Buonacucina delle fratture multiple. Da Roma, per riportare i feretri in patria, è già partito il nuovo comandate del Comando operativo di Vertice interforze, il generale Giorgio Cornacchione.
Tutti i militari coinvolti appartenevano al 32esimo reggimento Genio Guastatori della brigata alpina Taurinense e nel contingente italiano in Afghanistan erano inseriti nella Task-Force Genio, unità tra i cui compiti c'è quello di controllare e bonificare gli itinerari percorsi dalle pattuglie e dai convogli militari. Allo stato attuale i soldati italiani dispiegati nella regione ovest del paese asiatico, sono circa 2.800. Dal prossimo mese di giugno arriveranno circa mille uomini, rinforzi decisi dal governo nell'ambito della nuova strategia fortemente voluta dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama e approvata dalla Nato.