24 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Islam

Divieto Burqa, i militanti criticano la posizione di Amnesty

Secondo l'Ong violerebbe libertà di espressione e di religione. Dure le proteste sul sito belga dell'organizzazione

BRUXELLES - Se non è ancora una rivolta dei militanti, poco ci manca: la posizione molto 'tranchant' di Amnesty International contro il divieto del velo integrale islamico nei luoghi pubblici, votata ieri alla Camera dei deputati in Belgio sta provocando una serie di dure proteste sul sito belga dell'Ong.

«Non sono d'accordo con la Posizione di Amnesty International. Il velo integrale portato da alcune musulmane non è per niente un obbligo del Corano... Nuoce gravemente alla personalità della donna e le attribuisce solo una qualità di oggetto sessuale che non deve essere sottoposto allo sguardo degli uomini che incontra... Non riesco a capire come Amnesty International possa difendere una tale discriminazione», si legge, ad esempio in uno dei commenti critici alla dichiarazione che l'Ong aveva già messo sul sito il 21 aprile, alla vigilia del primo voto alla Camera belga, poi rinviato al 29 aprile.

Amnesty International considera che «il divieto totale della copertura del volto viola la libertà di espressione e di religione di quelle donne che che scelgono di esprimere in quel modo la loro identità e il loro credo». La posizione del 21 aprile è stata confermata dopo il voto di ieri, e assortita di un appello al Senato belga affinché non approvi la legge.

«Non sono d'accordo», scrive una militante, Suzanne Chaumont. E aggiunge: «Trovo sorprendente e maldestra la formula 'libertà d'espressione' quando si tratta di accettare un accessorio che maschera proprio una forma di espressione, quella del viso... Aggiungo che non apprezzo che Amnesty International faccia questo genere di dichiarazioni come se tutti i suoi membri condividessero questo punto di vista. Io aderisco ad Amnesty International perché sono per l'applicazione della giustizia e contro la pena di morte. Accettare i velo integrale non era previsto».

Un altro commento ricorda che «il velo integrale o il burqa non sono segni religiosi» e non si fondano «su nessuna prescriziona coranica», ma sono «un'invenzione recente del movimento integralista salafista nei Paesi del Golfo e in Pakistan», che ha «non più di una ventina d'anni».

Un altro sottolinea che «le quattro scuole sunnite ammettono che il velo integrale non è un obbligo religioso... Non capisco bene dunque la posizione di Amnesty sulla questione, che fa il gioco degli integralisti. Ne sono particolarmente deluso».

«Trovo molto scioccante la vostra posizione riguardo al divieto del burqa», afferma Mavyan, che introduce poi una lunga citazione della scrittrice femminista e filosofa Elizabet Badinter, in cui si accusa chi porta il velo integrale di «suscitare la diffidenza e la paura, dei bambini e degli adulti», e di utilizzare «le libertà democratiche per rivolgerle contro la democrazia».

Sul sito in francese della Ong su otto commenti, sei sono di questo tenore, uno ammette che la legge impedisca il travisamento per ragioni di sicurezza nei contatti con le autorità pubbliche (scuola, polizia, autorità locali etc.) e uno solo appoggia chiaramente la dichiarazione contro il divieto belga.