28 agosto 2025
Aggiornato 18:30
Missione ISAF

Herat, gli italiani scoprono ingente quantità di esplosivi

Operazione condotta dai militari del Primo bersaglieri

HERAT - Si è conclusa alle prime luci dell'alba di domenica scorsa una importante operazione condotta dai militari italiani della Task Force Center (su base 1° Reggimento bersaglieri) che ha portato al ritrovamento di un ingente quantitativo di materiale esplosivo e munizionamento nei pressi di Shindand, 100 chilometri circa a sud di Herat.

La delicata operazione, autorizzata direttamente dal Comandante del Regional Command West, generale Alessandro Veltri, ed avviata giorni addietro per prevenire e contrastare possibili attività eversive degli insorti, è scattata a seguito di alcune informazioni circa la possibile presenza di materiale esplosivo e di armamento nascosto nella zona di Shindand, pronto per essere utilizzato verosimilmente ai danni della popolazione civile, delle forze di sicurezza locali e di Isaf.

L'attività, coordinata dal Comandante della Task Force Center - colonnello Francesco Maria Ceravolo - e condotta in stretta cooperazione con le autorità militari afghane, ha visto il dispiegamento di alcuni posti di osservazione e di unità di pronto impiego congiunte per il controllo dell'area fino a quando, dopo alcuni giorni di attesa, i bersaglieri della Task Force Center notavano dei movimenti sospetti in un'area disabitata a ridosso delle colline fuori dall'abitato.

Dopo il lancio di una bomba di mortaio illuminante ai fini di un più accurato controllo visivo dell'area, l'unità veniva fatta oggetto di colpi d'arma da fuoco, senza conseguenza alcuna per i militari italiani, da parte di tre uomini, presumibilmente sul posto per recuperare il materiale nascosto.

I bersaglieri della Task Force Center, appurata l'assenza di popolazione civile, rispondevano alla minaccia facendo ricorso al fuoco dei mortai e all'uso di armi portatili, costringendo gli insorti ad abbandonare la posizione e a dileguarsi verso le colline. Nel frattempo, dalla base operativa avanzata di Shindand, giungeva sul posto una squadra di rinforzo composta da militari afgani ed italiani che - dopo aver messo in sicurezza l'area - consentiva all'unità coinvolta nello scontro di potersi sganciare e rientrare in base.

Dopo diverse ore di perlustrazione dell'area, venivano rinvenuti - occultati in tre differenti nascondigli - oltre 150 chilogrammi di esplosivo (tra cui nitrato d'ammonio), una bomba da mortaio da 82mm, 2 granate di artiglieria da 75mm, 2 granate da 122mm, 3 razzi anticarro spalleggiabili, 2 bombe a mano, 1 proiettile anticarro da 122mm e vari proiettili 7,62mm. Il materiale sequestrato, uno dei più ingenti ritrovamenti degli ultimi tempi avvenuti nella regione occidentale dell'Afghanistan, è stato prelevato e successivamente distrutto da assetti specialistici Iedd (Improvised Explosive Devices Disposal) della Brigata «Sassari».