9 maggio 2024
Aggiornato 03:00
La Commissione europea getta acqua sul fuoco

«Normale il rinvio del summit con Obama»

Il portatove dell'UE: «Troveremo una soluzione compatibile per entrambi»

BRUXELLES - La Commissione europea getta acqua sul fuoco delle polemiche, dopo che il presidente americano Barack Obama ha fatto sapere di non avere intenzione di partecipare al prossimo vertice Ue-Usa, inzialmente previsto per il 23 e 24 maggio a Madrid. «Come è già successo e succederà ancora, l'agenda dei summit può essere rivista in base agli impegni politici», ha detto oggi a Bruxelles un portavoce dell'Esecutivo comunitario, Michael Mann, rispondendo ai cronisti. E ha aggiunto: «Siamo in stretto contatto con gli Stati Uniti per trovare una soluzione compatibile per entrambi» gli interlocutori. Mann ha comunque precisatop che «si tratta innanzitutto di una questione che riguarda la presidenza spagnola» di turno dell'Ue.

Dietro il voltafaccia di Obama, secondo le ipotesi della stampa internazionale, potrebbe esserci in realtà lo stato confusionale in cui versano le istituzioni Ue in questa fase di transizione verso il nuovo assetto stabilito dal Trattato di Lisbona. Il nuovo presidente stabile del Consiglio europeo, l'ex premier belga Hermann Van Rompuy, sta lavorando alacremente ma discretamente per affermare le proprie prerogative rispetto a quelle, sostanzialmente ridotte, che Lisbona attribuisce al premier del paese che esercita la presidenza di turno semestrale dei Ventisette. Una di queste prerogative è proprio quella di organizzare e decidere il calendario dei summit bilaterali come quello fra Ue e Usa (questi vertici si tengono due volte all'anno, una volta in Europa e una nel paese partner).

Secondo indiscrezioni di stampa, la decisione del governo Zapatero di tenere il summit di maggio con Obama a Madrid (invece che a Bruxelles) avrebbe irritato Van Rompuy, che non sarebbe stato neanche consultato. La controversia dietro le quinte non sarebbe comunque arrivata a Obama, e non sarebbe stata estranea alla sua decisione di disertare il vertice, in attesa che gli europei si mettano d'accordo fra loro.