23 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Esteri. Spagna

In Catalogna referendum per l'indipendenza in 166 municipi

Non ha alcun valore legale, ma potrebbe dare nuovo respiro ai movimenti autonomisti

MADRID - Sono 166 i municipi catalani che si esprimeranno oggi sull'indipendenza della Catalogna in un referendum rigorosamente non vincolante ma i cui risultati potrebbero dare nuovo respiro ai movimenti indipendentisti, dopo i ritardi e le polemiche nell'entrata in vigore del nuovo Statuto di Autonomia della regione, arenato nelle secche della Corte Costituzionale.

Dopo i «sì» di Arenys de Munt quest'estate e Sant Jaume de Frontanyà - il paese più piccolo della regione - ieri, saranno oltre 700mial gli aventi diritto al voto (residenti iscritti alle liste elettorali di età superiore ai 16 anni) ad esprimersi oggi, in attesa che più avanti possano farlo anche i municipi più importanti: Lleida, Girona e soprattutto Barcellona.

Da notare che i referendum non sono stati organizzati ufficialmente da alcun partito: sono sostenuti dai nazionalisti conservatori di CiU e dagli indipendentisti di sinistra di Erc, mentre i socialisti del Psc - attualmente al governo - e i comunisti di Icv si limitano a manifestare rispetto per l'iniziativa, pur prendendone le distanze. In questa situazione, cercano di mettersi in luce personaggi non vincolati ai partiti ma che cercano visibilità per una futura carriera: come l'imprenditore e presidente del Barcellona Joan Laporta, che si è espresso più volte a favore dell'indipendenza e che terminerà presto il suo mandato alla guida del club calcistico simbolo della regione.

Gli organizzatori sperano di raggiungere una partecipazione di almeno ad un terzo degli aventi diritto: le polemiche si concentrano soprattutto sui controlli non tanto della regolarità dello spoglio quanto sul fatto che gli elettori che si presentano alle urne abbiano effettivamente diritto: già quest'estate si era criticato il fatto che venisse accettata la semplice presentazione del documento di identità con indicata la residenza.

Il Psc - e con esso il governo del premier José Luis Rodriguez Zapatero - avrebbe volentieri fatto a meno di questa iniziativa: le speranze di un'evoluzione più soft stanno nell'Estatut, contro il cui preambolo - che non ha valore legislativo ma che definisce la Catalogna una «nazione» - ha presentato ricorso il fronte conservatore e nazionalista spagnolo, con in testa il Pp.

Proprio il processo legislativo che aveva portato all'approvazione del documento era stato uno dei fiori all'occhiello del primo mandato di Zapatero, che intendeva adottare l'iter come modello per tutte le Comunità Autionome(regioni) che compongono lo Stato spagnolo.