25 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Esteri. Afghanistan

Raid Kunduz: Berlino nella bufera

Il governo tedesco a 3 settimane dalle elezioni

BERLINO - Il raid aereo su Kunduz in Afghanistan getta il governo tedesco nella bufera, di fronte a una opinione pubblica sempre meno convinta della necessità della missione nel paese, e alla pressione degli alleati europei che hanno condannato in termini molto recisi l'uccisione di civili. E la questione è spinosa a tre settimane dall'appuntamento elettorale che deciderà del nuovo governo di Berlino.

L'Unione, come del resto la Nato che ha aperto una inchiesta, ha dovuto severamente condannare le bombe sganciate ieri su due autocisterne piene di benzina, che hanno provocato una strage: nella regione di Kunduz il comando è tedesco, ed è stato un ufficiale tedesco a ordinare il raid, compiuto da aerei statunitensi. Attorno ai mezzi si era accalcata la folla per rubare la benzina. Una pattuglia di soldati tedeschi è arrivata sul luogo, ma parecchie ore più tardi.

Pare indubbio che di civili morti ce ne siano, se non altro perché ci sono civili e anche ragazzini feriti all'ospedale di Kunduz, visitato oggi da funzionari della missione Isaf e dal comandante della missione internazionale, il generale americano McChrystal. Secondo le autorità locali le bombe hanno ucciso una novantina di persone. L'esercito tedesco ha parlato di oltre 50 morti. Ma il governo tedesco insiste: solo talebani sono rimasti uccisi ieri. Così il ministro della Difesa Franz Josef Jung ha dichiarato alla Frankfurter Allgemeine Zeitung domani in edicola: «In base alle informazioni di cui disponiamo attualmente, nel corso dell'intervento condotto da un aereo americano sono esclusivamente terroristi talebani».

Il raid di Kunduz ha gettato un'ombra cupa sul dibattito sull'Afghanistan, al centro dell'agenda ieri ed oggi della riunione informale dei ministri degli Esteri Ue a Stoccolma. Il ministro italiano Frattini, quello inglese Miliband, quello francese Kouchner hanno sottolineato la necessità di «fare chiarezza» ribadendo che colpire i civili è inaccettabile.

In patria i conservatori di Angela Merkel fanno quadrato attorno all'esercito tedesco e alla necessità della missione, mentre è più cauto il ministro degli Esteri Frank Walter Steinmeier, socialdemocratico nel governo di unità nazionale, ma rivale di Merkel per il posto di cancelliere. «E' un incidente molto grave» ha detto, «dobbiamo fare luce il prima possibile, ma sconsiglio di trarre conclusioni affrettate. Bisogna operare contro i criminali terroristi ma fare di tutto per evitare le vittime civili».

Il conservatore Jung si è affannato a spiegare le ragioni del comando tedesco: «Quando a sei chilometri di distanza da noi i talebani rubano due camion di benzina, il pericolo è grande» ha detto alla Bild. E il sottosegretario alla Difesa Thomas Kossendey ha evocato lo spettro di un attentato da evitare: «Partiamo dal principio che le autocisterne sarebbero state guidate verso il campo dell'esercito tedesco per provocare più danni possibile».

La stampa tedesca ha dedicato ampio spazio alla vicenda. Con la missione in Afghanistan la Bundeswehr, l'esercito tedesco, era uscita dall'autoimposto divieto di non intervenire all'estero, un tabù dettato dall'eredità dell'epoca nazista e dal disastro della guerra. «Per la prima volta la Germania ha ordinato un raid aereo» sottolineava oggi la Sueddeutsche Zeitung. La procura di Potsdam, dove si trova il comando generale delle forze tedesche dispiegare in Afghanistan, ha indicato la possibilità di aprire un'inchiesta sull'ufficiale responsabile di aver chiesto il raid.