25 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Crisi Caucaso

La Russia firma Trattato con Abkhazia e Ossezia del Sud

Negli accordi è previsto anche un sostegno militare

Il presidente russo Dimitri Medvedev ha firmato al Cremlino il Trattato di amicizia, cooperazione e reciproca assistenza tra la Russia e Abkhazia e Ossezia del Sud, alla presenza dei leader delle due repubbliche riconosciute da Mosca, ma che la Georgia considera sempre parti integranti del proprio territorio. Mosca ha vidimato così la sovranità delle due Repubbliche autoproclamate il 26 agosto scorso, dopo l'attacco georgiano sferrato diversi giorni prima, precisamente l'8 agosto.

Sulla crisi nel Caucaso, per Medvedev, la Russia non aveva scelta, dopo che la Georgia ha scatenato «una vera guerra contro il popolo osseto». E il conflitto «è stato fermato soltanto grazie alla Russia», ha tenuto a precisare il capo di Stato. L'accordo ha una natura speciale per lo sviluppo dei rapporti con Tskhinvali e Sukhumi (Abkhazia). Per Medveded «questi accordi avranno anche una componente militare», oltre a mirare a un «fondo per le vittime dell'Ossezia del Sud», infatti in agenda sono previsti la creazione di basi militari nelle due repubbliche e il dislocamento di 7.600 uomini.

In pratica la Russia non permetterà una «nuova aggressione» nel Caucaso, ha detto Medvedev, ribadendo che «il ripetersi di un'aggressione da parte della Georgia porterebbe ad una catastrofe colossale nella regione», per questo da parte di Mosca ci sarà «il necessario sostegno» «compreso il sostegno militare».

Per il presidente russo gli accordi firmati rappresentano un «evento storico» a fronte di una situazione «non semplice» frutto di una concatenazione di eventi storici, a partire «dall'inizio degli anni '90» quando erano iniziati i moti indipendentisti delle regioni georgiane, sino alla decisione «presa dalla Russia» di reagire all'aggressione dell'8 agosto da parte di Tbilisi che ha «destabilizzato la pace».

Gli accordi in questione ruotano tutti intorno a due articoli: il 5 e il 7. In particolare nell'articolo 5 viene messo per iscritto che «per garantire la sicurezza delle parti in causa e anche la pace e la stabilità nella regione del Caucaso verrà offerto reciprocamente il diritto di costruzione, utilizzo e perfezionamento delle Forze armate in infrastrutture militari e basi militari sul territorio».

In questo modo il leader del Cremlino mette nero su bianco la costruzione di nuove basi sul territorio osseto e su quello abkhazo, per poi precisare che «i dettagli saranno definiti in accordi a parte».

Di particolare interesse anche l'articolo 7, dove i «contraenti», ossia la Russia con Abkhazia e Ossezia del Sud «confermano e rispettano l'integrità territoriale e la inviolabilità dei confini esistenti». Così Mosca garantisce la «sorveglianza dei confini» già descritta dallo stesso Medvedev durante il discorso al Cremlino, successivo alla firma. Anche in questo caso l' 'avvocato' Medvedev precisa che in un accordo separato verranno racchiuse le varie specifiche.

In tutto i due accordi firmati consistono in 32 punti. Di interesse anche il 25 e il 26 con i quali viene stabilito che tra Mosca e Sukhumi e Mosca e Tskhinvali verrà attuato «un regolare scambio di informazioni per l'elaborazione e l'attuazione degli atti giuridici e dei documenti di diritto internazionale» e che verrà «data una particolare attenzione allo sviluppo dei contatti e della collaborazione tra Parlamenti» dei rispetti Stati.

Nel punto 12 dell'accordo viene inoltre definita la difesa degli individui e gruppi che possano «subire minacce o atti di violenza, discriminazione» in base alla loro «appartenenza etnica, linguistica, culturale o religiosa». Mentre nella prima parte dell'accordo viene «confermato» il rispetto «dei principi e delle norme del diritto giuridico internazionale, in primo luogo i principi della Carta delle Nazioni Unite».