26 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Economia

Il Fondo Monetario avverte il Governo: «Italia ultima per crescita in Ue nei prossimi 5 anni. Servono liberalizzazioni»

Conti pubblici sotto controllo ma crescita economica a rilento, con le previsioni più basse di tutta l'Unione europea che rendono il Paese maggiormente esposto ai rischi di eventuali shock negativi

Il logo del Fondo Monetario Internazionale
Il logo del Fondo Monetario Internazionale Foto: ANSA

ROMA - Conti pubblici sotto controllo ma crescita economica a rilento in Italia, con le previsioni più basse di tutta l'Unione europea che rendono il Paese maggiormente esposto ai rischi di eventuali shock negativi, visto l'elevato debito pubblico. Per questo, nel rapporto conclusivo della missione annuale nella Penisola, gli ispettori del Fondo monetario internazionale raccomandano da un lato un «un ampio pacchetto di riforme per rilanciare crescita e resilienza» dell'economia. Dall'altro una strategia di risanamento che sia «credibile» sul medio termine.

Il documento, che dovrà essere discusso dal direttorio del Fondo a metà marzo, pronostica un più 0,5% del Pil nel 2020 e una crescita dello 0,6%-0,7% negli anni successivi, in linea con le cifre fornite lo scorso 20 gennaio durante il Wef a Davos. «Queste previsioni sono le più basse nell'Ue - scrivono gli ispettori - a riflesso del debole potenziale di crescita».

La ricetta dell'FMI

Quindi la «principale priorità», proseguono, è mettere in piedi una serie di riforme in una fase in cui si può anche trarre beneficio dai bassi tassi di interesse e che secondo l'istituzione internazionale consentirebbero di guadagnare fino a 6-7 punti di Pil supplementare nell'arco di un decennio. La prima che viene elencata è quella della liberalizzazione dei mercati dei prodotti e dei sevizi, con maggiore concorrenza su professioni, commercio e servizi locali.

Secondo la relazione degli ispettori del Fmi, guidati dal capo missione in Italia Rishi Goyal, bisogna poi intervenire sul mercato del lavoro dove a dispetto della moderazione salariale degli ultimi anni permane un divario sull'andamento delle buste paga rispetto alla produttività. Questo riguarda anche le procedure sui rinnovi contrattuali, su cui viene consigliata una «modernizzazione» che punti principalmente a accordi su base aziendale. Un eventuale schema di salario minimo andrebbe differenziato su base regionale mentre andrebbero studiando benefici fiscali e contributivi ai lavoratori con figli o anziani a carico.

Serve poi una razionalizzazione delle aziende a controllo statale, in particolare sulle procedure di assegnazioni di appalti o gare di acquisto. Secondo il Fmi la riforma del processo fallimentare e l'intento di rivedere la procedura dei processi civilistici rappresentano «passi positivi», ma le regole sulle crisi delle grandi aziende andrebbero integrate maggiormente nelle procedure concorsuali generali.

Entrate fiscali meglio del previsto

Passando alla valutazioni delle politiche di Bilancio, gli ispettori di Washington rilevano come nel 2019 l'Italia abbia dimostrato una attuazione delle misure sui conti pubblici «migliore del previsto». La linea è stata «prudente» anche se son stati lanciato i nuovi programmi su Quota 100 e Reddito di cittadinanza. Meglio del previsto anche le entrate fiscali. «Questo - si legge - assieme alla linea pro europea del nuovo governo e la linea accomodante della Bce hanno aiutato a ridurre i tassi sui titoli di stato ai minimi storici».

Il Fmi prevede un deficit di bilancio al 2,4% del Pil nel 2020 e il problema più evidente resta l'elevato debito pubblico, atteso al 135 per cento del Pil nel medio periodo e «destinato a salire più in avanti a causa delle spese pensionistiche». Situazione che lascia il paese esposto maggiormente di altri a eventuali shock negativi che si dovessero materializzare. Serve quindi una strategia «credibile» di risanamento e il rapporto indica come obiettivo un bilancio in avanzo per lo 0,5 per cento del Pil al 2025.

Quota 100 e reddito di cittadinanza

Il Fmi mette poi in guardia l'Italia dalle «pressioni» destinate a «salire considerevolmente» sul sistema pensionistico nei prossimi decenni, pur riconoscendo i progressi dalle riforme dei decenni passati ma che assicureranno i loro benefici più sul lungo termine. E insiste sulla necessità di «preservare l'indicizzazione dell'età di pensionamento alla speranza di vita», rilevando come Quota 100 abbia invece creato una «discontinuità» nel meccanismo e abbia fatto riaumentare la spesa.

Sul Reddito di cittadinanza, invece, viene riconosciuto che mira a sostenere i più «vulnerabili», ma vengono raccomandate diverse modifiche. Innanzitutto eroga in generale «benefici ben sopra» i criteri internazionali. Benefici che però vengono modulati con modalità che di fatto «penalizzano le famiglie più povere e numerose» e chi accetti una proposta di lavoro. «Questi aspetti andrebbero allineati alle migliori pratiche internazionali - si legge - per evitare disincentivi al lavoro e dipendenza dall'assistenzialismo».