29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
Banche

Carige, Cdm lampo salva la banca: i giallo-verdi «costretti» a fare come i dem

Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge sulla tutela del risparmio. Provvedimento per il caso della banca genovese commissariata dalla BCE

Una veduta esterna della banca Carige, Genova
Una veduta esterna della banca Carige, Genova Foto: Luca Zennaro ANSA

ROMA - Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge sulla tutela del risparmio. Un Cdm lampo per esaminare il decreto sul caso di Banca Carige, commissariata dalla Bce la settimana scorsa. Di fatto, un salvataggio. Proprio in stile dem. Quello da sempre criticato sia da leghisti che da grillini. La riunione del Consiglio dei ministri è durata circa dieci minuti, il tempo di esaminare il testo con «disposizioni urgenti per la tutela del risparmio nel settore creditizio». Il Cdm, su proposta del premier Giuseppe Conte e del ministro dell'Economia Tria, ha approvato così un decreto-legge che introduce «misure urgenti su Banca Carige e a tutela della clientela e dei risparmiatori». Questo quanto riferisce il comunicato finale, sottolineando che «le misure previste nel decreto si pongono in linea di continuità con il provvedimento di amministrazione straordinaria recentemente adottato dalla Banca Centrale Europea». L'obiettivo - evidenzia palazzo Chigi - è consentire ai commissari di assumere le iniziative utili a preservare la stabilità e la coerenza del governo della società, completare il rafforzamento patrimoniale dell'Istituto già avviato con l'intervento del Fondo Interbancario dei Depositi, proseguire nella riduzione dei crediti deteriorati e perseguire un'operazione di aggregazione.

Non troppo diverso dal piano di Gentiloni?

Il piano di salvataggio prevede una gradualità di intervento per evitare un collasso dell'istituto e un contagio al sistema. Uno schema che ricorda a grandi linee quello studiato a tavolino dal governo Gentiloni durante la grave crisi bancaria italiana, culminata nelle tristi vicende delle Popolari venete, finite a Intesa Sanpaolo, e di Monte dei Paschi. Ricordiamo che proprio il governo di centrosinistra costituì un fondo da 20 miliardi ad hoc, ripartito inizialmente in 16 miliardi per il rafforzamento patrimoniale e 4 miliardi per concedere garanzie sui nuovi prestiti.

Primo obiettivo: liquidità

In tale ottica, le misure previste dal decreto dovrebbero fornire ai commissari un quadro operativo che «consente di trarre pieno beneficio dalle opportunità gestionali offerte dall'amministrazione straordinaria». In particolare, viene prevista la possibilità per la banca di accedere a forme di sostegno pubblico della liquidità, che consistono nella concessione da parte del ministero dell'Economia della garanzia dello Stato su passività di nuova emissione ovvero su finanziamenti erogati discrezionalmente dalla Banca d'Italia. Un paracadute che dovrebbe scoraggiare fughe di capitali da parte dei depositanti. In stretto raccordo con le istituzioni comunitarie, le garanzie previste saranno concesse nel pieno rispetto della normativa in materia di aiuti di Stato. Conte precisa che il governo è intervenuto a offrire «le più ampie garanzie di tutela dei diritti e degli interessi dei risparmiatori della Banca Carige», in modo da consentire all'Amministrazione Straordinaria da poco insediata di perseguire in piena sicurezza il processo di consolidamento patrimoniale e di rilancio delle attività dell'impresa bancaria.

Ricapitalizzazione precauzionale, ipotesi rediduale

Poco dopo, Carige ha fatto sapere che il piano industriale verrà presentato entro fine febbraio e prevederà un percorso «credibile» non solo dal punto di vista della sostenibilità operativa ma anche, «e soprattutto», in termini di «attrattività in ottica di aggregazione». Poi la precisazione in una nota, riguardo all'ipotesi di ricapitalizzazione precauzionale, che così come evocata dal comunicato del Consiglio dei Ministri è da considerarsi come un'ulteriore misura a tutela dei clienti, «da attivarsi come ipotesi del tutto residuale». I commissari hanno avviato nelle ultime ore iniziative fondamentali per il futuro della banca. In particolare, si legge ancora nella nota dell'istituto, i commissari straordinari hanno formulato ai vertici dello Schema Volontario di Intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (SVI) una proposta volta a porre le basi della ridefinizione delle condizioni del prestito subordinato di 320 milioni sottoscritto dallo SVI lo scorso 30 novembre, tali da garantire la sostenibilità nel quadro del piano industriale in corso di preparazione e della prospettata aggregazione.

Due diligence sugli Npe

La Bce ha accolto il Capital Conservation Plan dando tempo alla banca fino a tutto il 2019 per rispettare in modo sostenibile i requisiti patrimoniali. I commissari straordinari di Carige hanno dunque deciso di avviare una due diligence sugli Npe, che sarà condotta da primari operatori del settore, con l'obiettivo di una loro ulteriore drastica riduzione, che segue quella di oltre 1,5 miliardi appena effettuata, al fine di includere nel piano industriale una percentuale degli Npe compresa tra il 5% e il 10% del totale dei crediti. In questo modo Carige è convinta di posizionarsi al di sotto del valore medio di sistema. La banca genovese cercherà di ridurre il peso degli Npe senza impatti significativi sui ratio patrimoniali in analogia con le operazioni di mercato appena finalizzate. Grazie agli accantonamenti che hanno recepito le indicazioni della Bce e in linea con gli esiti delle ultime operazioni su Utp e sofferenze di Carige, l'obiettivo per l'istituto è avere un impatto tra eventuali nuovi accantonamenti e riduzione dei risk weighted asset tale da non alterare, se non marginalmente, i ratio patrimoniali previsti nel capital conservaton plan. Alla due diligence saranno invitati alcuni tra principali operatori italiani e esteri.