24 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Vertice a Palazzo Chigi

Furlan: «La ripresa rallenta»

La leader della CISL dopo il vertice a Palazzo Chigi con il Premier Conte: «Speriamo in interlocuzione costante con il Governo»

La leader della CISL, Annamaria Furlan
La leader della CISL, Annamaria Furlan Foto: ANSA

ROMA - La Cisl è preoccupata per la bassa crescita e per gli indicatori economici che dimostrano un rallentamento della ripresa. È quanto ha affermato la leader Annamaria Furlan, nel corso dell'incontro a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte. «Speriamo che ci possa essere una continuità nel confronto - ha detto - e un'interlocuzione costante con il Governo su crescita e lavoro».

PATTI FORTI - Furlan ha poi ricordato che «abbiamo bisogno di patti forti che puntino a rafforzare la crescita e il benessere dei cittadini. La nostra piattaforma è frutto di un confronto con la nostra base associativa, attraverso migliaia di assemblee nei luoghi di lavoro in rappresentanza di 13 milioni di persone iscritte al sindacato. Siamo preoccupati dagli indicatori e dagli allarmi nel paese dal punto di vista della crescita, della produzione industriale e dall'occupazione».

INFRASTRUTTURE - Secondo Furlan «rischiamo di tornare indietro. Per noi la priorità è come fare ripartire il trend economico. E il tema delle infrastrutture è per noi nodale: ci sono 27 miliardi di risorse disponibili e decine di opere pubbliche bloccate in attesa dell'analisti costì-benefici che tarda ad arrivare. Il rischio - ha aggiunto - è avere migliaia di lavoratori che si ritroveranno disoccupati se non sblocchiamo la Tav, il Terzo valico, la Pedemontana o il tunnel del Brennero».

CONFRONTO - «Ci aspettiamo poi un confronto sul fisco - ha concluso Furlan - per rafforzare i salari e le pensioni. La flat tax deve pensare anche a tagliare le tasse al lavoro dipendente per stimolare i consumi. Quota 100 piace molto ai lavoratori come possibilità in più, ma è ovvio che è una riposta parziale perché bisogna costruire una pensione di garanzia per i giovani e attivare un segnale chiaro alle donne riconoscendo un anno di contributi per ogni figlio. La maternità è un bene per il paese».