25 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Economia

Per il reddito di cittadinanza serve prima la riforma dei centri per l'impiego

Ecco i 5 punti stilati dal ministero del Lavoro guidato da Di Maio per potenziare i Cpi: per il 2019 stanziato un miliardo di euro

Luigi Di Maio durante l'incontro sui centri dell'impiego, Roma. 16 ottobre 2018
Luigi Di Maio durante l'incontro sui centri dell'impiego, Roma. 16 ottobre 2018 Foto: ANSA/MASSIMO PERCOSSI ANSA

ROMA - Il Governo intende varare un piano di sviluppo per potenziare i centri per l'impiego, che rappresenta un «obiettivo prioritario» per realizzare il reddito di cittadinanza. È quanto si legge nel documento che il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, ha presentato alle Regioni nella riunione al ministero dello Sviluppo economico. Per garantire su tutto il territorio nazionale una serie di «prestazioni di base personalizzate» (accoglienza, orientamento, intermediazione e avviamento alle politiche attive del lavoro), secondo Di Maio «occorre superare le diverse criticità esistenti», che sono state evidenziate anche recentemente nel corso dell'indagine conoscitiva condotta dalla commissione Lavoro del Senato e più volte richiamate nell'ambito delle diverse attività di monitoraggio realizzate dall'Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del Lavoro).

Il progetto in 5 punti
Il progetto del ministero è in 5 punti. 
1) Il rafforzamento dell'organico dei Cpi attraverso l'aumento del personale. 
2) La promozione dello sviluppo delle competenze degli operatori dei servizi sia attraverso l'incremento delle attività di formazione breve nei centri finalizzate all'aggiornamento dell'attuale organico, nonché creando percorsi formativi strutturati finalizzati al nuovo personale per il raggiungimento di qualifiche professionali di operatore dei servizi riconosciute e condivise con le regioni, per il quale è previsto un nuovo profilo ad hoc. 
3) La creazione di un logo, un layout e una logistica comune a tutti i Cpi a livello nazionale, che renda maggiormente accoglienti i centri e sia socialmente riconoscibile a livello territoriale, anche alla luce del danno di reputazione avuto nel corso degli ultimi anni (la volontà è quella di lanciare un «bando per la creatività» che raccolga e individui le migliori idee per la realizzazione del nuovo layout. 
4) Il rafforzamento della dotazione strumentale e informatica e la connettività dei Cpi, garantendo livelli di connessione a Internet e dotazione di tecnologiche (hardware e software) adeguate al dimensionamento del personale e ai bacini socio economici dei centri. Il completamento della dotazione di un software unico e la costruzione del sistema informativo del lavoro attraverso l'effettiva integrazione di tutte le banche dati, sollecitando gli enti coinvolti a una effettiva collaborazione e cooperazione al fine di garantire la creazione del fascicolo elettronico del lavoratore. 
5) La valorizzazione del patrimonio informativo disponibile rappresentato dal sistema informativo del lavoro attraverso la costruzione di servizi informativi e di business intelligence a disposizione di tutta la rete degli operatori delle politiche del lavoro, al fine di rendere più trasparente il mercato del lavoro, ridurre il mismatch tra domanda e offerta e, soprattutto, garantire un monitoraggio continuo della qualità delle prestazioni dei servizi (livelli essenziali delle prestazioni) e dei risultati delle politiche attive del lavoro (formazione, apprendistato, tirocini, ed incentivi) per ciascun bacino dei Cpi.

«Obiettivi raggiungibili in tempi brevi»
Secondo Di Maio si tratta di «obiettivi potenzialmente già raggiungibili in tempi sufficientemente brevi grazie all'attuale corpus normativo nazionale e regionale». La legge di bilancio prevedrà un «significativo investimento pubblico» pari a un miliardo di euro per il 2019, che andrà dedicato al «superamento delle criticità». 

Il ruolo delle Regioni
L'obiettivo del Governo è sviluppare un piano nazionale per lo sviluppo dei servizi per il lavoro, realizzato in accordo con le Regioni e le Province autonome, che segua una «strategia unitaria» e «condivisa» tra Stato e Regioni ai fini di un'efficace attuazione a livello territoriale. Il ministero del Lavoro propone la predisposizione di piano nazionale per lo sviluppo dei servizi per il lavoro che individua le priorità, le azioni e gli interventi da intraprendere su tutto il territorio nazionale; predisposizione da parte delle Regioni di piani regionali di sviluppo dei Cpi per individuare gli interventi da realizzare, in coerenza con le indicazioni del piano Nazionale; allocazione, in conformità ai piani di sviluppo regionali, delle risorse disponibili che verranno erogate alle Regioni sulla base del rispetto delle tempistiche e delle modalità indicate nei piani.