23 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Economia

Chi guadagna (veramente) con la flat tax

La misura voluta da Matteo Salvini favorirà le partite Iva con un reddito fino a 80 mila. Per parlare di vero risparmio si parte da una 'base' di 26mila euro

I vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio con il premier Giuseppe Conte
I vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio con il premier Giuseppe Conte Foto: ANSA/ALESSANDRO DI MEO ANSA

ROMA - Se n'è parlato tanto. Tantissimo. Ora, finalmente, potremo avere le idee un po' più chiare e rispondere a una delle domande del momento: chi guadagnerà - veramente - con la flat tax? Per rispondere è sufficiente prendere in considerazione di dati sulle dichiarazioni dei redditi 2017 (le ultime disponibili) pubblicate sul sito del Dipartimento delle finanze del Ministero dell’Economia e incrociarli con i 'paletti' annunciati dal vicepremier Matteo Salvini: una flat tax «subito», al 15%, per le piccole partite Iva con reddito fino ad 80mila euro. Il risultato? Chi guadagnerà di più saranno le partite iva con un reddito tra i 75 e gli 80 mila euro. Con la flat tax al 15% le tasse si dimezzeranno con un risparmio secco di 10.670 euro l’anno.

Cosa cambierà con la flat tax
Analizzando i dati del Mef emerge che delle circa 3,8 milioni di partite Iva attive in Italia il 61,44% (quelle con un reddito fino a 20mila euro) sarebbe escluso dai benefici della flat tax perché già oggi pagano un’aliquota inferiore al 15%. Nel programma della Lega era prevista per loro una ‘clausola di salvaguardia’ che consentisse di optare per l’attuale regime fiscale se ritenuto più conveniente. Un altro 9% delle partite Iva (circa 340mila soggetti con reddito tra 20 e 26mila euro) non avrebbe vantaggi dalla riforma perché già paga un’aliquota molto vicina al 15% (il 15,2%). 

I veri beneficiari della flat tax
I veri beneficiari sarebbero le 885mila partite Iva (il 19,8% del totale) che hanno un reddito compreso tra i 26mila euro e la soglia degli 80mila euro indicata da Salvini. Per loro i risparmi si fanno via via più consistenti man mano che cresce il reddito. Lo scaglione più alto che verrebbe incluso nella riforma, quello tra 75mila e 80mila euro, vedrebbe le tasse semplicemente dimezzate. Oggi queste partite Iva pagano in media un’imposta netta di 20.610 euro pari ad un’aliquota del 31,1%. Con la flat tax il conto da pagare al fisco si ridurrebbe a 9.940 euro, un risparmio di ben 10.670 euro pari al 52%. Restano fuori dalla riforma circa il 10% delle partite Iva con redditi superiori agli 80 mila euro, per le quali il salto nell’imposizione Irpef sarebbe notevole, da un minimo di 18 punti percentuali in su. Anche restringendo la platea alle sole imprese soggette ad Irpef il risultato non cambia. Resta da capire come la riforma tratterà i soggetti che hanno redditi sia da lavoro dipendente che da partita Iva. Oggi per la determinazione dell’aliquota i redditi si sommano a meno che non si aderisca al regime forfettario che comunque può riguardare redditi da lavoro dipendente fino a 30mila euro.